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Calice assente o petaloide. Frutto secco
711
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Corolla senza sperone. Petali precocemente caduchi
Thalictrum aquilegiifolium L. subsp. aquilegiifolium
Il pigamo colombino è una specie europea presente in tutte le regioni dell’I-
talia continentale. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il ter-
ritorio, con una lacuna lungo le coste; nell'area di studio la specie è molto
diffusa ma non comunissima. Cresce in boschi di solito esposti a nord, ai loro
margini e nelle radure, su suoli limoso-argillosi freschi, talvolta addirittura
inondati, abbastanza ricchi in composti azotati e in humus, dalla pianura alla
fascia montana superiore. Tutta la pianta è velenosa per la presenza di un
glicoside cianogenetico; dalle radici si possono estrarre pigmenti gialli che
una volta si impiegavano nella tintura della lana. Il nome generico deriva da
una pianta menzionata da Dioscoride, quello specifico si riferisce alle foglie
simili a quelle di
Aquilegia
. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo
di fioritura: maggio-luglio.
711
Corolla munita di sperone. Petali persistenti
712
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Fusto alla base largo 1-2 mm. Rizoma largo 2-3 mm. Foglia inferiore del fusto con guaina di ca. 2 × 4 mm
Aquilegia einseleana F.W. Schultz
L’aquilegia di Einsele è una specie endemica delle Alpi orientali, in Italia
presente dalla Lombardia al Friuli. La distribuzione regionale comprende
tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa ma non
molto frequente. Cresce in pascoli rocciosi, su rupi, ghiaioni, macereti, greti
torrentizi, su substrati calcarei o dolomitici, dalla fascia montana inferiore
a quella alpina. Tutta la pianta e soprattutto i semi sono tossici per il loro
contenuto di glucosidi cardioattivi che liberano acido cianidrico e alcaloidi
(aquilegina). L'origine del nome generico è controversa: alcuni propendo-
no da una derivazione dal latino 'aquam legere' (raccogliere l'acqua) o da
'aquilegium', un recipiente per l'acqua, a causa della forma dei fiori; altri
ritengono sia dovuto alla somiglianza dello sperone con un becco d'aquila;
la specie è dedicata al medico e botanico barese A. Einsele (XIX secolo).
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
712
Fusto alla base largo 2-4 mm. Rizoma largo 8-15 mm. Foglia inferiore del fusto con guaina di
4-8 × 8-15 mm
713
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Corolla azzurro-violetta. Stami non o di poco superanti i petali
Aquilegia dumeticola Jord.
L'aquilegia comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-temperata
presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Sardegna, più spesso coltivata
nei giardini e inselvatichita. La specie è di dubbio indigenato nella nostra re-
gione: le popolazioni subspontanee sembrano sfuggite occasionalmente dai
giardini per cui la distribuzione regionale è sparsa e lacunosa; nell'area di
studio la specie appare in popolazioni di pochi individui presso gli abitati,
spesso con fiori cromaticamente diversi. Cresce in faggete e boschi misti, le
forme sfuggite alla coltivazione anche in ambienti urbanizzati. Tutta la pianta
e soprattutto i semi sono tossici per il loro contenuto di glucosidi cardioattivi
che liberano acido cianidrico e alcaloidi (aquilegina). Il nome generico, di
antico uso, ha etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'aquilegium'
(recipiente per l'acqua) per la forma dei fiori, o da 'aquila' per gli speroni
simili al becco dell'aquila; il nome specifico significa 'delle siepi'. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Corolla violetto-nerastra. Stami superanti di molto i petali e formanti una colonna sporgente
1...,251,252,253,254,255,256,257,258,259,260 262,263,264,265,266,267,268,269,270,271,...508