256
719
Stami più di 6, lunghi almeno quanto i petali. Frutto carnoso
Actaea spicata L.
La barba di capra è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in
tutte le regioni dell’Italia continentale. La distribuzione regionale si estende
su tutte le aree montuose del Friuli; in Carso la specie appare solo sui rilievi
più alti; nell'area di studio la specie è diffusa, anche se non molto comune,
soprattutto nelle faggete della Conca di Sauris, come nel Bosco Flobia e nel
Bosco della Stua, o in quelle lungo l'orrido del Lumiei. Cresce nei boschi
freschi di forra con tigli, aceri e frassino maggiore e nelle faggete, su suo-
li freschi e ricchi in humus, con optimum nella fascia montana. Contiene
protoanemonina ed acido transaconitico: l'ingestione delle bacche provoca
forti gastroenteriti, asma e perdita della conoscenza; le foglie possono causa-
re dermatiti da contatto. La pianta era considerata velenosa sin dall'antichi-
tà e veniva spesso usata nella medicina popolare, ma le proprietà non sono
comprovate. Il nome generico deriva dal termine greco usato per indicare il
sambuco ('aktaia'); il nome specifico si riferisce all’aspetto dell’infiorescenza.
Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
719
Stami 6 (4+2), molto più brevi dei petali. Frutto secco
720
720
Frutto siliquetta (ca. tanto lungo che largo)
721
720
Frutto siliqua (almeno 4 volte più lungo che largo)
724
721
Foglie più larghe di 5 cm. Pianta coltivata (cren)
Armoracia rusticana G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.
Il cren è una specie originaria dell'Europa orientale, in Italia ampiamente dif-
fusa soprattutto in passato, in quanto coltivata per la radice condimentaria,
e a volte presente presso gli abitati allo stato subspontaneo. La frammentaria
distribuzione regionale riflette una scarsa tendenza alla spontaneizzazione;
nell'area di studio è presente solo presso gli abitati ove viene ancor oggi col-
tivata, come ad esempio a Sauris di Sopra. In cucina si usano le grosse radici
raccolte da piante di almeno due anni, che quando grattugiate sprigionano
un'essenza acre e piccante usata per insaporire carne o pesce; vengono usate
principalmente per la preparazione di salse e possono essere un sostituto del-
la senape. La pianta va usata con moderazione in quanto a dosi elevate può
dar luogo a reazioni allergiche, vomito o eccessiva sudorazione; se a contatto
con gli occhi provoca bruciore e prurito. Il nome generico, già in uso presso
gli antichi Romani, deriva da Armorica, la Bretagna, da cui si sarebbe diffusa
la pianta in tutto l'Impero; il nome 'cren' è invece di origine slava. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
721
Foglie più strette di 5 cm. Piante spontanee
722
722
Pianta alta 2-12 cm, con foglie completamente divise
Hornungia alpina (L.) O. Appel subsp. alpina
L’iberidella delle Alpi è una specie delle montagne dell’Europa centrale e
meridionale presente con 3 sottospecie lungo tutto l’arco alpino e sulle mon-
tagne dell’Italia centrale. La distribuzione regionale della sottospecie nomi-
nale si estende nella porzione settentrionale del settore alpino (Alpi Carniche
e Giulie), con stazioni anche nelle Prealpi Carniche più occidentali; nell’area
di studio la specie è piuttosto rara e localizzata sui massicci calcarei più alti,
ad esempio sul M. Tiarfin a 2100 m e sul M. Clapsavon a 2250 m. Cresce su
macereti e ghiaie e sui greti di torrenti, su substrati calcarei o dolomitici, con
optimum nella fascia alpina. Il genere è dedicato al farmacista tedesco Ernst
Gottfried Hornung (1795-1862). Forma biologica: emicriptofita rosulata.
Periodo di fioritura: luglio-agosto.
722
Piante più alte di 20 cm, con foglie non completamente divise
723
1...,254,255,256,257,258,259,260,261,262,263 265,266,267,268,269,270,271,272,273,274,...508