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735
Fusti non alato-spinosi. Pappo formato da peli piumosi (lente!)
Cirsium arvense (L.) Scop.
Il cardo campestre è una specie a distribuzione originariamente eurasiatico-
sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’I-
talia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio, dalle coste
al distretto alpino, ove sale con la var.
horridum
sino alla fascia subalpina;
nell'area di studio la specie si concentra presso gli abitati, gli stavoli e le mal-
ghe. Cresce in associazioni ruderali o arvensi, lungo le strade, in discariche
e schiarite di boschi, su suoli argillosi piuttosto profondi e umiferi, ricchi in
composti azotati, da freschi a subaridi, talvolta decalcificati, dal livello del
mare alla fascia subalpina. Le foglie, i getti giovani e i ricettacoli dei capoli-
ni sono commestibili sia crudi che cotti. Il nome generico deriva dal greco
'kirsos' (varice) per l'antico uso contro le vene varicose; il nome specifico
in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica: geofita radicegemmata.
Periodo di fioritura: maggio-settembre.
735
Fusti alato-spinosi. Pappo formato da peli semplici
Carduus personata (L.) Jacq. subsp. personata
Il cardo mascherato è una specie delle montagne dell'Europa sudorientale
presente in quasi tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale. La distri-
buzione regionale si concentra nella porzione più settentrionale del settore
alpino (Alpi Carniche e Giulie), con alcune stazioni sulle Prealpi Carniche;
nell'area di studio la specie è diffusa ma solo localmente comune, come ad
esempio nelle forre umide presso Bosclaf e sul M. Novarza presso Baita
Luchini. Cresce in faggete, boschi misti, radure e vegetazioni riparie lungo
ruscelli boschivi, su suoli molto freschi e umidi, con optimum nella fascia
montana. Il nome generico era già in uso presso i Romani; da esso deriva
l'espressione 'cardare la lana', operazione in cui venivano usati sino a tempi
recenti i capolini spinosi di diverse
Asteraceae
e di
Dipsacus
; il nome specifico
deriva dal latino 'persóna' (maschera teatrale) e significa quindi 'mascherato'.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Arbusti nani con fusti legnosi almeno in basso
737
736
Piante erbacee
761
737
Foglie aghiformi o squamiformi
738
737
Foglie non aghiformi né squamiformi
740
738
Fiori rosa, con petali. Foglie non odorose
Erica carnea L. subsp. carnea
L’erica carnicina è una specie delle montagne dell'Europa meridionale pre-
sente in tutte le regioni dell’Italia settentrionale e in Toscana (la presenza è
dubbia in Lazio). Nella nostra regione ha distribuzione alpico-carsica estesa
all'alta pianura ed ad alcune stazioni litoranee ove è stata fluitata dai fiumi; in
Carso è rara, concentrandosi nella parte centrale; nelle Alpi gravita nelle pi-
nete, ed è frequente nei magredi dell'alta pianura friulana; nell'area di studio
è comune in tutte le aree con substrati calcarei. Cresce in formazioni aperte
su suoli calcarei primitivi ricchi in scheletro e poveri in humus, dal livello del
mare (ove è molto rara) ai 2400 m circa (a volte anche più in alto). Il nome
generico deriva dal greco 'eréiko' (rompere), per la presunta efficacia nello
spezzare i calcoli renali, per la fragilità dei rami, o per la capacità di rompere
la roccia con le radici; il nome specifico si riferisce al colore carnicino dei
fiori. Forma biologica: camefita fruticosa (camefita suffruticosa). Periodo di
fioritura: febbraio-giugno.
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Fiori senza petali. Foglie di odore resinoso o sgradevole se sfregate tra le dita
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