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Sardegna, Puglia e Calabria sino alla fascia montana inferiore. Nella
nostra regione è ampiamente diffusa, con lacune in pianura; in Carso è
diffusa ma non molto comune. Cresce in boschi mesofili ed ai loro
margini, in praterie con aspetto di brughiera, a volte anche in paludi, su
suoli argillosi freschi, abbastanza profondi, da neutri a subacidi, poveri in
composti azotati. Il nome generico si riferisce alle foglie dentate, quello
specifico alla presenza di sostanze coloranti gialle un tempo usate per
tingere le stoffe. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: agosto-ottobre.
237
Involucro dei capolini più o meno sferico. Squame involucrali dei capolini con margine
scuro, dentato-spinuloso
Centaurea cristata Bartl.
Specie subendemica, presente in Italia solo in Friuli Venezia Giulia, dal
livello del mare ai 600 m circa. Comune in Carso, dai dintorni di Trieste
al Monfalconese e Goriziano, è diffusa anche nella vicina Slovenia.
Cresce in incolti aridi e ghiaie, su calcare ed arenarie. Il nome generico, di
antico uso, è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi al mitologico
centauro Chirone oppure essere assonante con il greco 'kéntron' (pungolo)
per la forma dei boccioli. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo
di fioritura: giugno-agosto.
238
Fusti fioriferi senza foglie (foglie tutte basali)
239
238
Fusti fioriferi fogliosi
240
239
Acheni maturi rossastri
Taraxacum sect. Erythrosperma (H. Lindb.) Dahlst.
Il genere
Taraxacum
comprende diversi gruppi apomittici, che cioè si
riproducono sessualmente ma senza fecondazione, per cui le popolazioni
locali sono geneticamente identiche, ed è quindi di difficile
identificazione a livello di specie. Le entità della sezione
Erythrosperma
si caratterizzano per i frutti di colore rossastro e sono diffuse su tutto il
territorio italiano. La loro distribuzione regionale si estende dal Carso
triestino all'alta pianura friulana, con lacune sempre più ampie verso
occidente. Le entità di questa sezione tendono a crescere in ambienti più
aridi e caldi e meno eutrofizzati di quelli del gruppo di
T. officinale
, al di
sotto della fascia montana. Il nome generico è di etimologia incerta:
potrebbe derivare dal greco 'tarasso' (sanare, guarire) oppure dal persiano
'tarkhashqún' (da cui deriva l'arabo 'tarasacon') che significano 'erba
amara', 'cicoria'; il nome specifico allude al colore rossastro dei frutti .
Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: marzo-
maggio.
239
Acheni maturi grigi, bruni, olivacei, mai rossastri
Taraxacum officinale Weber in Wiggers s.l.
Aggregato di specie eurosiberiano, oggi divenuto subcosmopolita nelle
zone temperate, comunissimo in tutta Italia sino alla fascia montana
superiore. Nella nostra regione è ampiamente diffuso; in Carso è comune
ovunque. Cresce in vegetazioni sia segetali che ruderali, in coltivi,
vigneti, orti, margini stradali, aiuole etc., su suoli per lo più limoso-
argillosi, piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, subneutri. Le foglie
giovani sono commestibili da cotte; le radici tostate erano un surrogato
del caffè. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dal
greco 'tarasso' (sanare, guarire) oppure dal persiano 'tarkhashqún' (da cui
deriva l'arabo 'tarasacon') che significano 'erba amara', 'cicoria'; il nome
specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) ed allude al suo
antico uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita rosulata.
Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
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