Asinara_Book_ita - page 312

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per le proprietà emollienti, calmanti, antinfiammatorie, espettoranti e lassative.
I frutti acerbi e i getti giovani sono commestibili in insalata. Il nome generico
deriva dal greco 'malàkhe' (molle, emolliente) in relazione alle proprietà
emollienti dei frutti non maturi, delle foglie e dei germogli; il nome specifico,
dal latino 'sylva' (selva), allude all'habitat boschivo. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
Marrubium vulgare
L.
Il marrubio comune è una specie a distribuzione mediterranea presente in tutte
le regioni d'Italia, ma più frequente a sud del Po. Sull'Isola dell'Asinara è
presente tra i ruderi siti presso Punta Scomunica, ma non è molto diffusa
(Bocchieri, 1988). Cresce negli incolti e nei pascoli in siti caldi, assolati, su
suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro, aridi d'estate, dal livello del mare a
1200 m circa. La pianta contiene diverse sostanze amare e in passato era
ampiamente usata nella medicina popolare. Il nome generico deriva
dall'ebraico 'mar' (amaro), e 'rob' (succo); il nome specifico deriva dal latino
'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Matricaria chamomilla
L.
La camomilla, forse originaria dell'Asia sud-orientale e da noi introdotta in
epoca pre-romana a seguito dell'espandersi delle colture, è una pianta annua
oggi divenuta subcosmopolita presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in
vegetazioni ruderali o arvensi, spesso come infestante delle colture di cereali,
negli orti o lungo le strade, presso le case o in discariche, su suoli limoso-
argillosi poveri in calcio, da neutri a subacidi, al di sotto della fascia montana
superiore. Contiene diversi principi attivi tra cui il camazulene, che ne
giustificano l'uso medicinale. Il nome generico, dal latino 'matrix' (utero)
allude all'uso contro i dolori mestruali o post-partum, il nome specifico risale
invece al greco classico: il termine 'chamaemelon', citato già da Plinio, sta a
significare una pianta bassa ('chamai') con odore di mela, mentre il termine latinizzato 'chamomilla' appare in edizioni
di Dioscoride risalenti all'alto Medio Evo. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Matthiola incana
(L.) R. Br. subsp.
incana
La violaciocca rossa è una specie a distribuzione stenomediterranea presente,
con tre sottospecie, in tutte le regioni dell'Italia centro-meridionale (salvo che
in Umbria), in Liguria, Veneto (come avventizia sfuggita alle coltivazioni) e
Friuli Venezia Giulia; in Italia settentrionale esiste soltanto la sottospecie
nominale. Sull'Isola dell'Asinara è rara, presente tra i vecchi muri della
stazione sanitaria; compare nei piccoli cimiteri di Cala d'Oliva e Cala Reale
come ornamento delle tombe (Bocchieri, 1988). Cresce in ambienti sassosi o
rupestri, su vecchi muri, su suoli pietrosi o sabbiosi aridi d'estate, al di sotto
della fascia montana. Questa specie sembra essere il progenitore delle
violaciocche coltivate. Il genere è dedicato a Pietro Andrea Mattioli (1500-
1577), medico e botanico senese, autore di una delle prime opere botaniche
dell'evo moderno; il nome specifico, dal latino 'canus' (bianco), si riferisce alla densa pelosità biancastra della pianta.
Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
Matthiola sinuata
(L.) R. Br.
La violaciocca sinuata è una specie a distribuzione mediterraneo-
atlantica presente in tutte le regioni italiane affacciate
sul Mar Tirreno e in Puglia (da lun
go tempo non più ritrovata in Liguria). Cresce come pianta pioniera sulle dune
marittime. Il genere è dedicato a Pietro Andrea Mattioli (1500-1577), medico e botanico senese, autore di una delle
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