108
403
Foglie lineari, almeno 7 volte più lunghe che larghe
404
403
Foglie non lineari
405
404
Capsula a pareti lisce. Rami laterali con foglie non disposte a pennello
Euphorbia exigua L. subsp. exigua
Specie mediterraneo-sudeuropea divenuta oggi subcosmopolita e forse di
introduzione precolombiana al limite dell'areale, presente in tutta Italia al
di sotto della fascia montana inferiore. Cresce nelle colture di cereali, più
raramente in coltivi abbandonati e lungo le strade, su suoli da limoso-
argillosi a ricchi in scheletro, aridi d'estate, ricchi in basi e composti
azotati, di solito su substrati silicei. È localmente in forte regresso per
l'abbandono delle colture cerealicole. Il latice è velenoso: molto irritante
per le mucose, può scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico
deriva da Euforbo, medico del Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - 1
sec. d.C.), che secondo Plinio scoprì l'
e
uforbia e le sue proprietà; il nome
specifico allude alle piccole dimensioni della pianta. Diffusa soprattutto
alle quote inferiori del Parco. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo
di fioritura: maggio-agosto. Sinonimo:
Tithymalus exiguus
(L.) Hill
404
Capsula a pareti rugose (lente!). Rami laterali tutti sterili, con foglie addensate a
pennello
Euphorbia cyparissias L.
Specie eurasiatico-sudeuropea poi diffusa anche altrove per opera
dell'uomo, presente in tutta l'Italia centro-settentrionale, Molise e
Campania dal livello del mare alla fascia montana superiore, a volte
anche più in alto, più comune nelle regioni del nord. Cresce in praterie
aride e ai margini dei boschi, da cui passa in vegetazioni ruderali ai
margini di strade, lungo viottoli etc., su suoli subaridi, da calcarei a
limoso-argillosi; nei pascoli può diventare invadente per selezione
negativa da parte del bestiame. Contiene un latice tossico e fortemente
irritante che può anche innescare reazioni fotoallergiche: la presenza in
grande quantità nel foraggio può causare gravi disturbi al bestiame. Il
nome generico deriva da Euforbo, medico del Re Giuba II di Mauritania
(I sec. a.C. - 1 sec. d.C.), che secondo Plinio scoprì l'
e
uforbia e le sue
proprietà. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica: emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: marzo-agosto.
405
Ghiandole a forma di mezzaluna
Euphorbia amygdaloides L. subsp. amygdaloides
Specie centroeuropeo-caucasica, presente in tutta Italia (salvo che in Valle
d'Aosta) con 3 sottospecie, dalla fascia submediterranea a quella montana,
dove trova l'optimum. Cresce in faggete, abetine, boschi misti mesofili,
prati e radure fresche. Il latice è velenoso: molto irritante per le mucose,
può scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva da Euforbo,
medico del Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - 1 sec. d.C.), che
secondo Plinio scoprì l'
e
uforbia e le sue proprietà; il nome specifico, dal
greco 'amygdalos' (mandorlo), allude alle foglie allungate, simili a quelle
del mandorlo. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica: camefita
suffruticosa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
405
Ghiandole ellittiche
406
406
Capsula a pareti lisce
Euphorbia helioscopia L. subsp. helioscopia
Specie eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita e di antica introduzione
al limite dell'areale, presente in tutta Italia dal livello del mare alla fascia
subalpina. Cresce in vegetazioni ruderali o arvensi, ai margini di strade,
presso gli abitati, in vigne, campi abbandonati, giardini ed orti, su suoli da
freschi ad aridi in estate, ricchi in composti azotati, da basici a subacidi. Il
latice è velenoso: molto irritante per le mucose, può scatenare reazioni
fotoallergiche. Il nome generico deriva da Euforbo, medico del Re Giuba
II di Mauritania (I sec. a.C. - 1 sec. d.C.), che secondo Plinio scoprì
l'
e
uforbia e le sue proprietà; il nome specifico deriva dal greco 'helios'
(sole) e 'scopein' (guardare), cioè 'pianta che guarda il sole'. Diffusa
1...,98,99,100,101,102,103,104,105,106,107 109,110,111,112,113,114,115,116,117,118,...180