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dell'olmo. Assieme al salice, è considerata l''aspirina vegetale'. L'acido
salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori di una
Filipendula
, a quel tempo
inclusa nel genere
Spiraea
, per cui fu chiamato 'acido spirico'. Nel 1859 il
chimico tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido
acetilsalicilico o acido acetilspirico, da cui la Bayer coniò il termine
'aspirina'. Con i fiori si aromatizzano i vini dolci, che assumono sapore di
moscato. Le foglie tingono in bruno e in nero. Dalle gemme si estrae un
olio usato in profumeria. Specie rara che cresce nelle zone dirupate
prossime al crinale nella Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino. Le
stazioni del Parco sono le uniche dell'Emilia-Romagna mentre la specie
non è presente allo stato attuale in Toscana. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio. Sinonimo:
Filipendula denudata
(J. & C. Presl) Fritsch
382
Petali 4
383
383
Frutto siliquetta (al massimo 2 volte più lungo che largo)
Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. subsp. bursa-pastoris
Specie di origine sudeuropea divenuta ormai subcosmopolita, presente in
tutta Italia al di sotto della fascia subalpina. Cresce in vegetazioni
disturbate e spesso esposte a calpestio, in giardini, coltivi, margini di
strade e habitat ruderali, su suoli abbastanza freschi ed umiferi, ricchi in
composti azotati. Una singola pianta è capace di produrre più di 500.000
semi attaccaticci facilmente dispersi dagli animali. Veniva utilizzata per
curare le ferite; le foglie giovani sono commestibili. Il nome generico
deriva dal latino 'capsa' (contenitore per papiri, cofanetto); quello
specifico allude alla somiglianza dei frutti con delle piccole bisacce.
Diffusa soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica:
emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: marzo-ottobre. Sinonimo:
Thlaspi bursa-pastoris
L.
383
Frutto siliqua (almeno 5 volte più lungo che largo)
384
384
Fogliolina terminale molto più grande di quelle laterali. Frutti ellittici, con semi disposti
in 2 serie (lente!). Pianta acquatica
Nasturtium officinale R. Br. subsp. officinale
Specie subcosmopolita presente in tutta Italia dal livello del mare alla
fascia alpina. Cresce in vegetazioni umide nei fossati, in piccoli corsi
d'acqua, nelle rive degli stagni, su suoli fangosi a lungo sommersi, ricchi
in basi. Le foglie giovani sono commestibili, soprattutto in insalate miste
a causa del sapore molto marcato. Il nome generico forse deriva dal latino
'nasi tortium' (naso torto) per l'odore penetrante della pianta; il nome
specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) ed allude al suo
antico uso a scopo medicinale. Localizzata nel Parco. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
384
Fogliolina terminale non molto più grande di quelle
laterali. Frutti lineari, con semi in una sola serie. Piante
non strettamente acquatiche
385
385
Petali di 5-9 mm, più lunghi dei sepali. Pianta perenne
Cardamine amara L. subsp. amara
Specie eurasiatica presente in Italia centro-settentrionale da 600 m a 2500
m circa (raramente scende fino al mare), in sorgenti e rive dei torrenti
alpini e montani. Il nome generico deriva dal termine greco ''kárdamon'
che designava il crescione (Nasturtium officinale), molto simile alle
Cardamine
; quello specifico allude al sapore della pianta. Localizzata nel
Parco. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio-agosto.
385
Petali di 2-3 mm, subeguali ai sepali. Pianta annua
Cardamine hirsuta L.