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351
Pianta laticifera, con latice arancione (spezzare il fusto!)
Chelidonium majus L.
Specie eurasiatica diffusa e comune in tutta Italia sino alla fascia montana
inferiore. Cresce in stazioni spesso ombreggiate, su suoli umiferi, freschi
ed un po' eutrofizzati, ma anche su vecchi muri e macerie, ai margini di
strade e nelle discariche. Il nome generico deriva dal greco 'chelidon'
(rondine), forse per la germinazione primaverile e l'appassimento
autunnale. Tutte le parti della pianta e specialmente le radici sono tossiche
per il loro contenuto in alcaloidi: chelidonina e cheleritrina, quest'ultima
fa starnutire e provoca sensazione di soffocamento. I principi attivi sono
affini a quelli dell'oppio. Il caratteristico latice arancione se ingerito causa
bruciori alla bocca e alla faringe, vomito, paralisi e anche coma, ma
sembra efficace nel trattamento delle verruche e dei calli. Il colore dorato
del latice fece sì che la pianta divenisse un ingrediente fondamentale nella
preparazione della pietra filosofale da parte degli antichi alchimisti.
Diffusa soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Piante non laticifere
352
352
Petali 4
353
352
Petali 5
354
353
Foglie semplicemente pennate, senza odore di ruta. Pianta erbacea
Barbarea vulgaris R. Br. subsp. vulgaris
Specie eurosiberiana oggi divenuta subcosmopolita presente in tutta Italia,
con 2 sottospecie, al di sotto della fascia montana superiore. Cresce in
incolti umidi, sulle sponde di canali e ruscelli, su terreni mesici a tessitura
argilloso-limosa; ha comportamento pioniero in situazioni di forte
disturbo, ma è presto eliminata dalla dinamica naturale della vegetazione.
Il nome generico deriva dal giorno di Santa Barbara (4 dicembre), quando
le giovani foglie basali venivano raccolte per preparare insalate, il nome
specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune', 'diffuso',
'frequente'. Localizzata nel Parco. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglie 2-3-pennate, con odore di ruta. Pianta legnosa alla base
Ruta graveolens L.
La ruta è una specie sudest-europea, spontanea o avventizia in quasi tutta
l'Italia continentale, salvo che in Valle d'Aosta, dal livello del mare ai
1100 m circa. Cresce in gramineti, lande, macereti ed orli boschivi, in siti
caldi ed assolati, su suoli di solito calcarei, poco profondi e ricchi in
scheletro, aridi d'estate. Gli olii essenziali responsabili del caratteristico
odore sono tossici ad alte concentrazioni e possono provocare reazioni
fotoallergiche. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
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Calice assente o di aspetto petaloide
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354
Calice presente, verde
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355
Foglie pennato-divise. Petali precocemente caduchi
Thalictrum flavum L.
Specie dell'Europa sudoccidentale, presente in Italia continentale dal
livello del mare a 500 m circa, ma con distribuzione ancora poco chiara in
quanto spesso confusa con altre specie affini. Cresce in prati umidi, lungo
i fossi, sulle sponde di fiumi e laghetti. Tutta la pianta è velenosa. Il nome
generico deriva da una pianta menzionata da Dioscoride. Localizzata nel
Parco. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-luglio. Sinonimi:
Thalictrum exaltatum
Gaudin sensu Pignatti Fl.
d'Ital.,
Thalictrum morisonii
C.C. Gmel.