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su substrati calcarei, i campi coltivati a cereali, soprattutto di grano. Un
tempo infestante, ora è in forte regresso soprattutto in pianura, per
l'utilizzo diffuso degli erbicidi chimici. Cresce anche nelle periferie
urbane e presso centri rurali, in giardini abbandonati, ai margini di strade,
alla base di muri, in discariche, su suoli piuttosto primitivi, aridi d'estate.
Il nome del genere deriverebbe dal verbo latino 'consolidare' (consolidare,
rafforzare), riferito alle presunte proprietà di guarire le ferite e le fratture
ossee. Tutte le parti della pianta sono tossiche. Rara nel Parco, segnalata
di recente nell'area della Verna. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-giugno.
320
Corolla munita di sperone
Corydalis cava (L.) Schweigg. & Körte subsp. cava
Specie europeo-temperata presente in tutta l'Italia continentale salvo forse
che in Valle d'Aosta, con optimum al di sotto della fascia montana
superiore, sugli Appennini anche più in alto. Cresce in boschi caducifogli
e nei loro mantelli a nocciolo, alla base di pendii esposti a nord, a volte
all'ombra di muretti, su suoli limoso-argillosi profondi e freschi, ricchi in
basi e composti azotati, con altre geofite primaverili. La pianta,
soprattutto il tubero, è fortemente velenosa per la presenza di alcaloidi.
L'etimologia del nome generico deriva dal vocabolo greco 'korydalis'
(allodola) e fa riferimento allo sperone terminale del fiore che ricorda il
dito posteriore delle allodole. Il nome specifico (cava) deriva dal tubero,
che è cavo all'interno. Diffusa soprattutto alle quote superiori del Parco.
Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Sinonimo:
Fumaria bulbosa
L. var.
cava
L.
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Corolla senza sperone
321
321
Petali piccoli, giallastri, profondamente divisi in 3 lacinie, quelle laterali più lunghe di
quella centrale
Reseda lutea L. subsp. lutea
La reseda comune è una specie originariamente mediterranea oggi
divenuta subcosmopolita presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in
vegetazioni ruderali pioniere e lacunose, ai margini di strade, in coltivi
abbandonati, aiuole, discariche, massicciate ferroviarie, su suoli subaridi
da sabbiosi ad argillosi ricchi in scheletro, basi e composti azotati, dal
livello del mare alla fascia montana inferiore. Dalle foglie si ricavava un
colorante giallo. Il nome generico, che risale a Plinio, è l'imperativo del
latino 'resedare' (guarire), quello specifico allude al colore giallo dei fiori.
Forma biologica: emicriptofita scaposa (terofita scaposa). Periodo di
fioritura: maggio-settembre.
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Petali di aspetto diverso
322
322
Foglie imparipennate
323
322
Foglie paripennate, a volte terminanti in un cirro
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323
Petali gialli o giallastri
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323
Petali non gialli
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324
Fogliolina terminale 2-4 volte maggiore rispetto a quelle laterali. Calice rigonfio
Anthyllis vulneraria L. s.l.
Il polimorfo e difficile gruppo di
A. vulneraria
s.l. ha distribuzione
mediterraneo-submediterranea, ed è presente in tutta Italia con diverse
sottospecie dal livello del mare alla fascia alpina. Cresce nei prati da
sfalcio, in pascoli aridi ed in ambienti ruderali. Il nome generico, dal
greco 'anthòs' (fiore) e 'iulus' (peluria), allude all'aspetto peloso del calice;
il nome specifico deriva dal latino vulnus' (ferita), per le proprietà
cicatrizzanti. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Foglioline simili tra loro. Calice non rigonfio
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