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generico è assonante con 'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa 'attorcigliamento', alludendo al
modo che ha la pianta di attorcigliarsi 'ad elica' ai supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura:
settembre-ottobre.
Helleborus bocconei
Ten. subsp.
bocconei
L'elleboro di Boccone è una specie polimorfa, presente in Italia con tre
sottospecie; quella nominale è endemica degli Appennini e delle
montagne della Sicilia nordorientale. Cresce in quercete, boschi misti,
faggete termofile aperte, con optimum nella fascia submediterranea. La
pianta contiene un alcaloide tossico, l'elleborina; in alcune regioni d'Italia
viene anche chiamato 'erba nocca' perché serviva a curare (annoccare)
animali domestici dalle ferite purulente: si introduceva il rizoma nella
ferita, e l'elleborina faceva maturare il bubbone. Il nome generico è di
etimologia incerta: potrebbe derivare dal semitico 'helebar' che in greco
designava una pianta usata contro la follia, oppure dal greco 'helein' (far
morire), per la velenosità di tutte le specie, oppure ancora dal fiume greco
Hellèboros che attraversa la città di Antkyra, dove nell'antichità si
utilizzava contro la pazzia una pianta simile; la specie è dedicata al botanico siciliano Paolo Boccone (1633-1703).
Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
Helleborus foetidus
L. subsp.
foetidus
L'elleboro fetido è una specie a distribuzione europeo-subatlantica
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Friuli Venezia Giulia
(manca ad est dell'Adige) ed in Sicilia. Cresce in querceti e boschi misti,
di solito nelle radure o ai margini, con optimum al di sotto della fascia
montana inferiore. La pianta contiene un alcaloide tossico, l'elleborina; in
alcune regioni d'Italia viene anche chiamata 'erba nocca' perché serviva a
curare (annoccare) animali domestici dalle ferite purulente: si
introduceva il rizoma nella ferita, e l'elleborina faceva maturare il
bubbone. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dal
semitico 'helebar' che in greco designava una pianta usata contro la follia,
oppure dal greco 'helein' (far morire), per la velenosità di tutte le specie,
oppure ancora dal fiume greco Hellèboros che attraversa la città di
Antkyra, dove nell'antichità si utilizzava contro la pazzia una pianta simile; il nome specifico allude all'odore
sgradevole della pianta. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: gennaio-aprile.
Hepatica nobilis
Schreb.
L'erba trinità è una specie europea presente in tutte le regioni dell'Italia
continentale. Cresce in querceti ombrosi e faggete termofile, su suoli
argillosi piuttosto profondi, umiferi, da freschi a subaridi d'estate, più o
meno ricchi in composti azotati, da calcarei a neutri, dai 100 ai 1000 m
circa (raramente dal livello del mare ai 2000 m). La pianta è tossica
(protoanemonina). Il nome generico deriva dalle foglie vagamente simili
per forma e colore della pagina inferiore a un fegato, il che in passato ne
aveva giustificato un uso improprio come pianta medicinale. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Ilex aquifolium
L.
L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore, diffusa in tutta Italia in boschi misti
mesofili, con optimum nella fascia montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. È considerato una pianta
magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, gli si attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare
fortuna. I primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di usarlo per
decorare le loro abitazioni, tradizione poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura della
foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Oggi viene impiegato
esclusivamente come pianta ornamentale, da cui sono state ricavate numerose cultivar, alcune con foglie variegate. I
margini delle foglie sono interi in quelle dei rami vecchi, spinosi in quelle dei rami giovani, ma i due tipi di foglie
possono coesistere sullo stesso individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni. Le foglie e soprattutto i frutti sono
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