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Pianta di prati o pascoli aridi, con più di 5 foglie sul fusto. Petali da lineari-cuneati a strettamente obovati,
con larghezza massima di 0.6-1.8(-2) mm. Semi senz'ala, o con ala più stretta di 0.2 mm
Arabis ciliata Clairv.
L’arabetta cigliata è una specie delle montagne dell'Europa meridionale pre-
sente lungo tutto l'arco alpino, sull'Appennino Emiliano e sulle montagne
dell'Abruzzo. La distribuzione regionale copre quasi tutte le aree montuose
del Friuli, con qualche stazione relitta nell'alta pianura friulana; nell'area di
studio la specie è diffusa e localmente comune nelle aree con substrati cal-
carei, ad esempio sul M. Tinisa a 1900 m e sul M. Tiarfin nelle formazioni a
Sesleria
e
Carex sempervirens
a 2200 m; al Passo Pura scende sino a 1400 m.
Cresce in prati e pascoli aridi, in cepuglieti aperti e in ambienti rupestri, su
suoli ricchi in scheletro calcareo o dolomitico, dalla fascia montana a quella
alpina (raramente anche più in basso). Il nome generico è di etimologia in-
certa: potrebbe alludere al fatto che alcune specie crescono su suoli aridi e
sabbiosi come il deserto d'Arabia; il nome specifico si riferisce alla pelosità
della pianta. Forma biologica: emicriptofita bienne/ emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
1350
Foglie più larghe di 5 cm
1351
1350
Foglie più strette di 5 cm
1352
1351
Foglie a base non cuoriforme
Armoracia rusticana G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.
Il cren è una specie originaria dell'Europa orientale, in Italia ampiamente dif-
fusa soprattutto in passato, in quanto coltivata per la radice condimentaria,
e a volte presente presso gli abitati allo stato subspontaneo. La frammentaria
distribuzione regionale riflette una scarsa tendenza alla spontaneizzazione;
nell'area di studio è presente solo presso gli abitati ove viene ancor oggi col-
tivata, come ad esempio a Sauris di Sopra. In cucina si usano le grosse radici
raccolte da piante di almeno due anni, che quando grattugiate sprigionano
un'essenza acre e piccante usata per insaporire carne o pesce; vengono usate
principalmente per la preparazione di salse e possono essere un sostituto del-
la senape. La pianta va usata con moderazione in quanto a dosi elevate può
dar luogo a reazioni allergiche, vomito o eccessiva sudorazione; se a contatto
con gli occhi provoca bruciore e prurito. Il nome generico, già in uso presso
gli antichi Romani, deriva da Armorica, la Bretagna, da cui si sarebbe diffusa
la pianta in tutto l'Impero; il nome 'cren' è invece di origine slava. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
1351
Foglie a base cuoriforme
Lunaria rediviva L.
La lunaria comune è una specie europea presente in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Puglia. La distribuzione regionale è incompletamente alpico-
carsica, ma la specie non è comune soprattutto nelle aree montane, come
nell'area di studio. Cresce in forre ombrose e umide, in boschi misti e faggete
termofile, nelle siepi, lungo bordi stradali erbosi, in prati umidi, sulle rive
di canali e torrenti, in stazioni piuttosto ombrose, su suoli ricchi in humus,
di solito su substrati silicei, dalla fascia submediterranea a quella montana
inferiore. Le foglie giovani sono commestibili in insalata. Il genere prende
il nome dalla Luna, alludendo al setto (replo) semitrasparente e bianco-ar-
genteo dei grandi frutti, spesso utilizzati nelle composizioni di fiori secchi;
il nome specifico si riferisce al fatto che, contrariamente a
L. annua
, questa è
una pianta perenne che rispunta ogni primavera. Forma biologica: emicrip-
tofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
1352
Foglie non abbraccianti il fusto con la base
1353
1352
Foglie abbraccianti il fusto con la base
1356
1...,450,451,452,453,454,455,456,457,458,459 461,462,463,464,465,466,467,468,469,470,...508