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Ovario semi-infero, disposto sul fondo di un ricettacolo scavato a coppa. Frutto con un solo
seme
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Ovario infero, completamente circondato dal ricettacolo. Frutti con più semi
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126
Foglie con larghezza massima verso il centro
Prunus cerasifera Ehrh. var. cerasifera
Il mirabolano è un arbusto-alberello deciduo originario dell'Asia occidenta-
le, introdotto in Italia già dai Romani che ne apprezzavano i frutti. Nell'Italia
continentale si è ampiamente spontaneizzato, divenendo in qualche caso un
arbusto invadente, dal livello del mare agli 800 m circa. Nella nostra regione
è presente qua e là allo stato subspontaneo; nell'area di studio appare ra-
ramente presso gli abitati a quote basse. Attualmente la coltivazione come
albero da frutto ha perso importanza, anche a causa della scarsa conserva-
bilità dei frutti (che però in Iran vengono venduti ovunque per essere con-
sumati ancora acerbi o seccati); la specie viene invece ampiamente utilizzata
come portainnesto per altre specie di
Prunus
da frutto, ed è anche impiegata
a scopo ornamentale lungo le strade o nei giardini, soprattutto nelle varietà
a foglie arrossate, per le precoci fioriture. Il nome generico, già in uso presso
i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude alla somiglianza dei
frutti con quelli del ciliegio ('cerasus', nome dato dai Romani all'amarena e
che deriva da Cerasunte, località presso il Mar Nero). Forma biologica: fane-
rofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie con larghezza massima al di sopra del centro
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Foglie distintamente pelose sulla pagina inferiore, solitamente più brevi di 8 cm. Frutto maturo bluastro
(susina)
Prunus domestica L. subsp. domestica
Il susino, proveniente dall'Asia Minore, è un albero deciduo probabilmente
derivato dall’ibridazione tra
Prunus spinosa
e una varietà di
P. cerasifera
, di
antichissima domesticazione e oggi coltivato in tutta Europa in diverse cul-
tivar derivanti anche da incroci. Appare anche allo stato subspontaneo in
tutte le regioni d’Italia, soprattutto nelle siepi e su suoli abbastanza freschi e
profondi, dal livello del mare ai 1000 m circa. Nella nostra regione è diffuso
dalla costa ai fondovalle; in Carso non è raro anche allo stato subspontaneo.
I frutti possono essere consumati freschi o secchi e utilizzati per fare marmel-
late o distillati. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia
incerta; quello specifico si riferisce alla coltivazione presso le case. Forma
biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa). Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
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Foglie glabre o con pochi peli, più lunghe di 8 cm. Frutto rosso a maturità (ciliegia)
Prunus avium L.
Il ciliegio è un albero deciduo oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione
in diverse varietà; l'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal
Caucaso ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'A-
sia occidentale. Allo stato coltivato è comune in tutta Italia sino alla fascia
montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non comune e cre-
sce in boschi mesofili maturi e talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto
profondi e abbastanza ricchi in composti azotati. Si coltiva per il frutto fresco
o da conservare in alcol, come pianta ornamentale, per la ricca fioritura pri-
maverile e per l'aspetto che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle
foglie, oppure per il legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità
calde, bruno-rossicce, e si presta per la costruzione di mobili di pregio e
lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta, quello specifico
in latino significa 'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo
di fioritura: aprile-maggio.
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