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L’epipogio è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente, ma
generalmente rara, in quasi tutte le regioni d'Italia (manca in Val d'Aosta,
Umbria, Puglia, Sicilia e Sardegna). La distribuzione regionale, piuttosto la-
cunosa, è limitata alle aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è
diffusa anche se apparentemente poco comune; è stata osservata a 1494 m tra
Stavolo Tamberle e Stavolo Rucharlanar verso il M. Festons e nel Bosco della
Stua presso il Lago di Sauris a 1000 m circa; come tutte le orchidee, la pianta
è protetta (D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74). Cresce in boschi densi, soprattut-
to faggete, peccete e abetine, su suoli piuttosto acidi molto ricchi in humus,
anche su legno e radici marcescenti, con optimum nella fascia montana. La
pianta è saprofita, priva di clorofilla, e in simbiosi micorrizica; non fiorisce
ogni anno in quanto la fioritura è condizionata da primavere umide e miti,
per cui la pianta può vivere nascosta per molti anni sotto terra riproducen-
dosi vegetativamente tramite i rizomi sotterranei. Il nome generico deriva
dal greco 'epi' (sopra) e 'pogon' (barba) per il labello rivolto verso alto; il
nome specifico allude all'assenza di foglie ben sviluppate, dovuta al saprofitismo. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di
fioritura: luglio-agosto.
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Corolla senza sperone
143
143
Petali liberi
144
143
Petali saldati tra loro
145
144
Labello (petalo inferiore) bianco con punteggiature rossastre, con 3 lobi
Corallorhiza trifida Châtel.
La coralloriza è un’orchidea a vasta distribuzione circumboreale presente in
tutte le regioni d’Italia salvo le Isole e la Puglia. La distribuzione regionale
si estende a tutte le aree montuose del Friuli, con una lacuna nelle Prealpi
Giulie sudorientali; nell'area di studio la specie è diffusa ma piuttosto rara: è
stata osservata ad esempio nei boschi sopra Lateis a 1400 m circa; come tutte
le orchidee, la pianta è protetta (D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74). Cresce in
boschi densi con suolo ricco in humus, soprattutto peccete, abetine e faggete,
da 1200 a 1900 m circa. La specie vive in stretta simbiosi con micorrize endo-
trofiche: i semi possono svilupparsi solo dopo essere stati infettati dalle spore
di funghi micorrizici in quanto hanno poche sostanze di riserva per germina-
re da soli; il fungo si mantiene nelle piante adulte e concorre all'assunzione di
nutrienti dal suolo. Il nome generico allude all'aspetto coralloide dell'appa-
rato radicale, quello specifico al labello (petalo inferiore) profondamente tri-
fido. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Labello bruno-giallastro, senza punteggiature rossastre, con 2 lobi
Neottia nidus-avis (L.) Rich.
Il nido di uccello è un’orchidea a vasta distribuzione eurasiatica presente in
tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale è di tipo alpico-carsico
estesa ad alcuni boschi planiziali; in Carso la specie è abbastanza diffusa,
salvo che nell'Isontino; nell'area di studio è diffusa e localmente frequente;
come tutte le orchidee, la pianta è protetta (D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74).
Cresce in boschi di latifoglie maturi, soprattutto faggete, talvolta in ostrieti
quasi puri rivolti a nord, su suoli argillosi freschi, umiferi, sciolti, ricchi in
basi ma a volte decalcificati e quindi subacidi, dal livello del mare ai 1500
m circa. La pianta è saprofita e vive in simbiosi mutualistica con un fungo
(
Rhizomorpha neottiae
). Il nome generico (dal greco) e quello specifico (dal la-
tino) si riferiscono entrambi alla forma di nido dell’apparato radicale. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Epipogium aphyllum Sw.
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