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convolvolo. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
Fallopia dumetorum (L.) Holub
- Il poligono delle siepi è una pianta annua a vasta distribuzione eurasiatico-
sudeuropea presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto
rara, con più stazioni di presenza entro il raccordo anulare. Cresce nelle siepi e ai margini di boschi termofili di
latifoglie decidue, su suoli argillosi freschi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
Il genere è dedicato al medico italiano Gabriele Fallopio (1523-1562); il nome specifico è il genitivo plurale di
'dumétum' (cespuglio) e significa quindi 'dei cespugli'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
Ferula communis L.
- La ferula comune è una specie mediterranea presente in tutte le regioni dell'Italia centro-
meridionale (ove è più frequente), in Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Nell'area metropolitana di Roma
la specie è comune nel settore entro il raccordo anulare, mentre è assai più rara nella fascia periferica del territorio.
Cresce negli incolti, in siti sassosi e assolati, nei pascoli, ai bordi delle strade, al di sotto della fascia montana. Il fusto
secco, tenace e leggero è utilizzato per costruire sedie, sgabelli e altri oggetti d'artigianato. La pianta è tossica:
l'ingestione delle parti aeree provoca nei bovini e negli ovini il cosiddetto 'mal della ferola', grave intossicazione con
manifestazioni emorragiche che possono portare alla morte. Il nome generico in latino significa 'canna', ma anche
'bacchetta, sferza' in quanto il fusto secco serviva per le punizioni corporali di scolari indisciplinati. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio- giugno.
Ferula glauca L.
- La ferula glauca è una specie mediterranea presente in Liguria e in tutte le regioni dell'Italia centro-
meridionale (ove è più frequente). Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e presente solo all'interno del
raccordo anulare. Cresce negli incolti, in siti sassosi e assolati, nei pascoli, ai bordi delle strade, al di sotto della fascia
montana. Il fusto secco, tenace e leggero è utilizzato per costruire sedie, sgabelli e altri oggetti d'artigianato. La pianta è
tossica: l'ingestione delle parti aeree provoca nei bovini e negli ovini il cosiddetto 'mal della ferola', grave
intossicazione con manifestazioni emorragiche che possono portare alla morte. Il nome generico in latino significa
'canna', ma anche 'bacchetta, sferza' in quanto il fusto secco serviva per le punizioni corporali di scolari indisciplinati.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Festuca heterophylla Lam.
- La festuca dei boschi è una specie a distribuzione prevalentemente europea con tendenza
submediterranea, presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
rarissima e prevalentemente presente al di fuori dal raccordo anulare. Cresce nel sottobosco di boschi evoluti di
latifoglie decidue, su suoli argillosi abbastanza freschi e profondi, da neutri a subacidi, al di sotto della fascia montana
superiore. Il nome generico, che in latino significa 'fuscello', era già in uso presso i Romani: fu citato da Marco
Terenzio Varrone (116-27 a.C.) e poi da Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) per una pianta simile a una Poacea; il nome
specifico in greco significa 'con foglie diverse'. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Ficaria verna Huds. subsp. fertilis (Lawalrée ex Laegaard) Stace
- Il favagello appartiene a un aggregato che
comprende diverse entità di difficile determinazione ed è presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di
Roma questa sottospecie è presente solo nel settore periferico del territorio, dove è comune nelle aree a più alta
naturalità. L'ambiente originario sono i boschi igrofili, ma oggi la specie è più frequente in ambienti umidi disturbati, su
suoli limoso-argillosi da freschi a umidi, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana superiore. Le
parti fresche sono velenose (protoanemonina). Il nome generico in latino significa 'simile ad un fico' forse per la
dimensione delle foglie; il nome specifico, dal latino 'ver-veris' (primavera) si riferisce alla fioritura primaverile. Forma
biologica: geofita bulbosa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-maggio.
Ficaria verna Huds. subsp. ficariiformis (Rouy & Foucaud) B. Walln.
- Il favagello appartiene a un aggregato che
comprende diverse entità di difficile determinazione, presente in tutte le regioni d'Italia; la subsp.
ficariiformis
, a
distribuzione europea, è presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e
forse Piemonte. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie è poco comune e diffusa prevalentemente nella
zona centrale, con lacune nel settore orientale. La specie origina da boschi igrofili ma oggi è più frequente in ambienti
umidi disturbati. Si riproduce vegetativamente con stoloni e bulbilli, formando spesso popolazioni clonali
monodominanti. Cresce su suoli limoso-argillosi da freschi ad umidi, da neutri a subacidi, dal livello del mare a 1000 m
circa. Il vecchio nome generico in latino significa 'piccola rana' e veniva usato sin dai tempi antichi per le sole specie
acquatiche del sottogenere
Batrachion
, anch'esso diminutivo del greco 'batràchos' (rana); l'attuale nome generico in
latino significa 'simile ad un fico' forse per la dimensione delle foglie. Forma biologica: geofita bulbosa/emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
Ficus carica L.
- Il fico è una specie originaria dell'area pontica (Turchia settentrionale, costa del Mar Nero), con
estensione a tutto il Mediterraneo, da noi di antichissima introduzione precolombiana come altre specie legnose di
interesse economico (castagno, bagolaro, noce). È presente in tutte le regioni d'Italia, spontaneo o coltivato, dal livello
del mare a 800 m circa, anche come piccolo arbusto su muri e in stazioni rupestri soleggiate. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è comunissima in tutto il territorio, con una maggiore diffusione all'interno del raccordo anulare. Il
frutto che chiamiamo fico è in realtà un'infiorescenza carnosa e cava (siconio) tappezzata all'interno da piccoli fiori
femminili e/o maschili privi di calice e corolla. Quelli femminili, una volta impollinati, si trasformano nei veri frutti,