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Specie sudeuropea presente in tutta Italia al di sotto della fascia montana
superiore. Cresce in orli e radure boschive, in gramineti e lande, a volte ai
margini delle strade, su suoli argillosi spesso ricchi in scheletro, da
subaridi a subumidi, neutro-basici. Il nome generico potrebbe derivare dal
greco 'inaein' (purgare), per le proprietà medicinali di alcune specie,
quello specifico dal greco 'konops' (zanzara) per le proprietà insetticide
delle foglie fresche o bruciate. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma
biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
Sinonimi:
Aster conyzae
Griess.,
Inula conyza
DC.
461
Capolini con fiori ligulati marginali
462
462
Frutti senza pappo di peli (il pappo è visibile anche alla
fioritura: aprire il capolino ed osservare la base dei
singoli fiori con una lente)
463
462
Frutti con pappo di peli
465
463
Foglie sessili. Pianta solitamente più bassa di 1.5 m
Calendula arvensis (Vaill.) L.
Specie eurimediterranea presente allo stato spontaneo in tutta Italia salvo
che in Valle d'Aosta e forse in Trentino-Alto Adige al di sotto della fascia
montana inferiore. Cresce in terreni incolti, al margine di sentieri e strade,
nei vigneti, a volte in ambienti ruderali, su suoli prevalentemente calcarei.
Il nome generico deriva dal latino 'calendae' (da cui 'calendario') in
allusione al periodo di fioritura che si protrae per parecchi mesi; il nome
specifico in latino significa 'dei campi arati'. Fu ampiamente usata come
pianta medicinale: contiene flavonoidi, saponine, resine, olii essenziali,
oltre che pigmenti (luteina e xantine) che danno il caratteristico colore
aranciato ai fiori e che un tempo si usavano per tingere i capelli. Le foglie
sono commestibili ed i petali essiccati servono per aromatizzare l'aceto.
Diffusa soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: novembre-maggio.
463
Foglie (almeno quelle inferiori) chiaramente picciolate.
Piante solitamente più alte di 1.5 m
464
464
Capolini larghi 4-8 cm. Fiori ligulati lunghi al massimo 5 cm. Fiori tubulosi gialli.
Pianta perenne con tuberi (topinambur)
Helianthus tuberosus L.
Il topinambur è una pianta di origine nordamericana, oggi diffusissima in
tutta Italia salvo che in Sardegna al di sotto della fascia montana. Cresce
in vegetazioni pioniere e ruderali, soprattutto lungo il corso medio ed
inferiore dei fiumi, su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, freschi e
sciolti, ricchi in composti azotati, con
Calystegia sepium
,
Solidago
gigantea
,
Urtica dioica
etc. I tuberi sono commestibili. Il nome generico
deriva dal greco e significa 'fiore del sole' (è lo stesso del girasole), quello
specifico allude ai tuberi commestibili. Ristretta a quote basse nel Parco,
soprattutto lungo i corsi d'acqua.
464
Capolini larghi 10-40 cm. Fiori ligulati lunghi 6-10 cm. Fiori tubulosi alla fine brunastri.
Pianta annua coltivata (girasole)
Helianthus annuus L.
Il girasole è una pianta originaria delle parti più calde dell'America
settentrionale, oggi ampiamente coltivata e presente come avventizia in
tutte le regioni d'Italia, salvo forse che in Valle d'Aosta. Appare a volte
allo stato subspontaneo in vegetazioni ruderali su suoli ricchi in composti
azotati, con scarsa tendenza a spontaneizzarsi, dal livello del mare ai 1500
m circa. Il girasole era coltivato dagli indigeni americani 3000 anni prima
della sua introduzione in Europa: gli Incas conoscevano le proprietà
nutritive dei semi e ricavavano fibre dal fusto e dalle foglie. Dai semi si
produce un olio adatto all'alimentazione umana e dal residuo della
spremitura si ricava un panello ricco di proteine che viene impiegato in
zootecnia. I semi tostati sono commestibili e vengono anche impiegati
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