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Specie eurasiatica presente in tutta Italia salvo che in Sardegna sino alla
fascia montana. Forma spesso popolazioni dominanti lungo i corsi
d'acqua, nei prati umidi e presso le sorgenti, su suoli limoso-argillosi
spesso inondati, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, con
Aegopodium podagraria
,
Calamagrostis arundinacea
,
Epilobium
hirsutum
etc. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le
grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. La pianta era
spesso usata a scopo medicinale, anche se le foglie ed i rizomi sono
velenosi per la presenza di alcaloidi epatotossici. Diffusa in tutta l'area del
Parco. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-
maggio. Sinonimi
: Petasites officinalis
Moench,
Tussilago hybrida
L.
473
Foglie coperte da un feltro bianco o grigiastro di sotto. Fiori con stimmi filiformi
sporgenti dal tubo corollino
Petasites albus (L.) Gaertn.
Specie eurasiatia presente in tutte le regioni dell'Italia centro-
settentrionale ed in Calabria, con optimum nella fascia montana. Cresce
nei boschi umidi, in radure boschive, scarpate, vallecole umide, su suoli
freschi e ricchi in composti azotati. Il nome generico deriva dal greco
'petasos' (cappello), per le grandi foglie spesso usate come cappello dai
bambini; il nome specifico, dal latino 'albus' (bianco) allude al colore dei
fiori. I rizomi contengono alcaloidi epatotossici. Diffusa soprattutto alle
quote superiori del Parco. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio. Sinonimo:
Tussilago alba
L.
474
Capolini con fiori bianco-giallognoli, disposti in gruppi all'ascella delle foglie. Pianta
annua
Xanthium orientale L. subsp. italicum (Moretti) Greuter
Specie esotica naturalizzata a distribuzione subcosmopolita presente in
tutta Italia al di sotto della fascia montana inferiore. Cresce in vegetazioni
ruderali di litorali sabbiosi, nei coltivi soprattutto irrigui, in discariche e
margini di strade, su suoli da limoso-argillosi a sabbiosi, umidi e talvolta
inondati, ricchi in composti azotati. Il nome generico, dal greco 'xanthós'
(giallo), deriva dall'uso per tingere i capelli in biondo, riferito già da
Dioscoride. Localizzata soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre. Sinonimi:
Xanthium italicum
Moretti,
Xanthium strumarium
L. subsp.
italicum
(Moretti) D. Loeve
474
Capolini con fiori violetti, disposti all'apice dei rami. Piante perenni
Arctium lappa L.
Specie eurasiatico-temperata presente in tutta Italia salvo che in Sicilia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Cresce in ambienti
disturbati e fortemente eutrofizzati ai margini degli abitati, in boschetti
alterati a sambuco e robinia, su suoli argillosi freschi e ricchi in composti
azotati. Il nome generico deriva dal greco 'arktos' (orso), forse in
riferimento alle infruttescenze irsuto-spinose; il nome specifico deriva dal
latino 'lappare' (afferrare) alludendo alle infruttescenze che si attaccano
alle vesti ed al pelo degli animali. Le radici contengono un principio
amaro (inulina) e venivano utilizzate nella medicina popolare (radice di
bardana). Le foglie giovani ed i germogli sono commestibili. L'idea del
velcro, composto da una striscia di tessuto peloso ed una di tessuto con
uncini flessibili, fu ispirata all'ingegnere Georges de Mestral (1907-1990)
agli inizi degli anni 1950 proprio dai capolini di bardana rimasti attaccati
alla giacca. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica:
emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
475
Fusti fioriferi senza foglie (foglie tutte basali)
476
475
Fusti fioriferi fogliosi
477
476
Frutti con pappo di peli (il pappo è visibile anche alla fioritura: aprire il capolino ed
osservare la base dei fiori con una lente!)
Bellidiastrum michelii Cass.