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308
Pianta perenne, legnosa alla base, tipica di prati aridi
Euphorbia nicaeensis All. subsp. nicaeensis
Specie mediterranea, presente con due sottospecie nell'Italia continentale,
con alcune lacune. Nella nostra regione è concentrata nella parte
sudorientale, con una sola indicazione per il Pordenonese; in Carso è
molto diffusa. Cresce nei gramineti steppici primari, su substrati calcarei
ma anche marnoso-arenacei purché ricchi in basi, su suoli poco profondi,
aridi d'estate, a volte nelle grize e nelle fessure delle rocce. Il latice è
velenoso ed irritante per le mucose. Il nome generico deriva da Euforbo,
medico del Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - I sec. d.C.), che
secondo Plinio scoprì l'euforbia e le sue proprietà, il nome specifico
allude alla città di Nizza. Forma biologica: geofita rizomatosa/camefita
suffruticosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
309
Foglie (almeno quelle basali) chiaramente picciolate
310
309
Foglie tutte senza picciolo ben distinto
317
310
Margine della foglia lobato o dentato almeno nelle foglie
inferiori
311
310
Margine della foglia intero
312
311
Foglie non bianco-farinose. Frutto avvolto a 2 brattee più o meno saldate tra loro. Fiori
unisessuali
Atriplex patula L.
Specie eurasiatico-sudeuropea forse di antica introduzione (archeofita)
oggi divenuta subcosmopolita ed a volte infestante, presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana. Nella nostra regione ha
distribuzione piuttosto sparsa e concentrata nella parte orientale del
territorio; in Carso è comune ovunque. Cresce in vegetazioni ruderali, in
campi, giardini, discariche, ai margini di strade, su suoli argillosi freschi,
ricchi in composti azotati, da neutri a basici. I semi possono mantenere la
germinabilità anche per 50 anni. Le foglie giovani sono commestibili. Il
nome generico, già in uso presso gli antichi, deriva dal greco 'atraphaxis'
(non nutriente, da 'trefo'), per lo scarso valore nutritivo di questa pianta; il
nome specifico in latino significa 'largo' ma anche 'banale'. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: settembre-ottobre.
311
Foglie bianco-farinose almeno di sotto. Frutto non avvolto da brattee. Fiori ermafroditi
Chenopodium album L. subsp. album
Specie eurasiatica oggi divenuta cosmopolita nelle zone temperate,
presente in tutta Italia dal livello del mare alla fascia subalpina. Nella
nostra regione è diffusa ovunque sino alla fascia montana ed è
comunissima in Carso, anche con la subsp.
pedunculare
che non sempre è
stata distinta. Cresce in vegetazioni ruderali lungo le strade, in campi
abbandonati, discariche, giardini, fossi, presso le case e le malghe, su
suoli da aridi a freschi, solitamente eutrofizzati ma anche molto poveri
(calcinacci). Le foglie giovani sono commestibili da cotte. Il nome
generico deriva dal greco 'chen' (oca), e 'poús' (piede) e significa 'piede
d'oca', per la forma delle foglie di alcune specie; il nome specifico allude
alle minutissime scaglie bianche che ricoprono foglie e fusti. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
312
Foglie attaccantisi ai vestiti
313
312
Foglie non attaccantisi ai vestiti
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313
Fusti eretti, di solito non ramificati. Foglie lanceolate, di solito più lunghe di 3 cm.
Sepali completamente liberi, alla fruttificazione appena superanti l'achenio
Parietaria officinalis L.
Specie sudeuropea presente in tutta l'Italia continentale, salvo che in
Calabria, dal livello del mare ai 900 m circa. Nella nostra regione è
diffusa dalla costa alla fascia montana inferiore, più sparsa e rara nelle
Alpi; in Carso è abbastanza comune. Cresce in vegetazioni disturbate
quali orli di boscaglie e siepi, su suoli argillosi piuttosto freschi e ricchi in
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