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Cistus ladanifer
L.
Il cisto-ladano è un arbusto originario della parte occidentale della Regione
Mediterranea, dall'Africa nordoccidentale alla Francia meridionale; in Italia non
è presente allo stato spontaneo, ma viene a volta coltivato in parchi e giardini a
scopo ornamentale, a causa delle vistose fioriture bianche. In natura cresce nelle
garighe mediterranee su substrati silicei, ed è particolarmente abbondante in
aree con ripetuti incendi. Il nome generico, dal greco 'kìsthos' (capsula, cesta),
allude forse alla forma del frutto e appare già in Dioscoride per designare una
pianta da cui si estraeva una sostanza resinosa (ladano) usata come incenso; il
nome specifico si riferisce proprio a questa sostanza, che in questa specie è
particolarmente abbondante: essa conferisce un caratteristico odore resionoso
alle foglie e viene ancor oggi usata in profumeria. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Cordyline australis
(G. Forst.) Endl.
L'albero-cavolo, come viene chiamato nell'area di origine, è la più alta delle
cinque specie di
Cordyline
native della Nuova Zelanda. La specie è diffusa da
Capo Nord alla parte meridionale della South Island, dove diventa sempre meno
comune, raggiungendo il limite meridionale a Sandy Point vicino Oreti Beach.
In natura si comporta da specie pioniera che necessita di spazi aperti. L'albero
era ben noto ai Maori prima della sua descrizione scientifica: ogni tribù aveva
nomi diversi per l'albero a seconda degli usi locali; il più usato, 'Ti Kouka', si
riferisce all'uso delle giovani foglie come cibo. I fusti e rizomi carnosi di sono
ricchi di zuccheri naturali e venivano cotti al vapore per produrre un alimento
ricco di carboidrati utilizzato anche per dolcificare altri alimenti. Il ciuffo
apicale di foglie giovani, simile a un cuore di carciofo, è commestibile da cotto. Una fibra dura e resistente alla
salsedine viene ottenuta dalle foglie è stato estratto dalle foglie. La specie, introdotta in Gran Bretagna nel 1823, è oggi
ampiamente usata a scopo ornamentale nelle parti più calde d'Europa, con diverse cultivar che differiscono soprattutto
nella colorazione delle foglie; nel Parco Pegaso di Jesolo Lido è presente la cultivar 'Atropurpurea'. Il nome generico
deriva dal greco 'kordyle (clava), in riferimento alle parti ipogee ingrossate, quello specifico si riferisce alla provenienza
dall'emisfero australe. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto. Syn.:
Dracaena australis
G. Forst.
Cotinus coggygria
Scop.
Il sommacco, o scotano, è un arbusto deciduo a distribuzione mediterraneo-
pontica (cioè estesa alle aree circostanti il Mar Nero), presente in quasi tutte le
regioni dell'Italia centro-settentrionale (mai segnalato in Valle d'Aosta) e in
Abruzzo. Arbusto gregario, forma estese popolazioni policormiche, uno dei più
diffusi stadi di incespugliamento naturale dei pascoli abbandonati, dal livello del
mare a 900 m circa. Cresce in cespuglieti e rupi su suoli poveri, di solito
calcarei, ricchi in scheletro ed aridi d'estate, con poche specie arbustive. Tutta la
pianta è ricca di oli essenziali del gruppo della trementina e di tannini. L'uso
principale e più antico è stato quello per la concia delle pelli, dovuto all'alto
contenuto di tannini, soprattutto nelle foglie. L'arbusto è spesso coltivato in
giardini soprattutto nelle varietà purpuree, per la decoratività del fogliame e
delle pannocchie piumose di colore roseo e di aspetto leggero (da cui il nome comune di 'albero della nebbia'); nel Parco
Pegaso di Jesolo Lido si trovano sia la specie nominale che la cultivar 'Royal Purple'. Il nome generico è quello
attribuito da Plinio a un arbusto appenninico da cui si ricavava un colorante purpureo; il nome specifico allude
probabilmente alla cocciniglia, per il colore rosso acceso delle foglie in autunno. Forma biologica: nanofanerofita
(fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Cotoneaster coriaceus
Franch.
Il genere
Cotoneaster
include numerosissime specie provenienti da diverse aree dell'emisfero settentrionale. Molte di
esse sono state soggette ad ibridazione con la creazione di svariate cultivar oggi ampiamente diffuse in parchi e giardini.
In Italia esistono alcune specie spontanee di
Cotoneaster
, ma quelle presenti in parchi e giardini derivano da specie
quasi sempre importate in Europa per uso ornamentale. Il nome generico deriva dal greco 'kydonéa' (cotogno) per la
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