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Fusti eretti. Calice con denti più lunghi del tubo. Fiori in racemi allungati senza foglie
Cytisus nigricans L. s.l.
Il citiso annerente è una specie a distribuzione pontico-mediterranea orien-
tale con tendenza temperato-continentale, presente con due sottospecie in
tutte le regioni dell’Italia centro-settentrionale, in Abruzzo e in Basilicata
(la presenza è dubbia in Campania e Sardegna). La distribuzione regionale
si estende dal Carso all'alta pianura friulana e ai settori prealpino e alpino;
la presenza della subsp.
nigricans
è dubbia, mentre è stata indicata la subsp.
atratus
, verso cui tendono le popolazioni a distribuzione prealpico-carsica;
nell'area di studio la specie è ristretta a quote piuttosto basse, ad esempio
lungo i versanti meridionali del M. Nauleni lungo la strada che porta al Passo
Pura. Cresce in orli di boschi decidui termofili e in ostrieti e pinete aperti, su
suoli da sabbiosi ad argillosi ma ricchi in scheletro, neutro-basici ma talvolta
poveri in carbonati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome
generico era già usato da Plinio ma è di etimologia controversa; quello spe-
cifico si riferisce al fatto che la pianta annerisce in erbario. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-luglio. Syn.:
Lembotropis nigricans
(L.) Griseb.
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Fusti prostrati. Calice con denti non più lunghi del tubo. Fiori non disposti in racemi allungati
Cytisus hirsutus L. s.l.
Il citiso irsuto, o citiso peloso, è una specie molto polimorfa a vasta distri-
buzione eurosiberiana, presente in tutte le regioni dell’Italia continentale.
La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, con qualche
lacuna nella bassa pianura friulana; nell'area di studio la specie è diffusa, ma
più comune a quote relativamente basse. Cresce in prati aridi, brughiere, in
orli soleggiati di boschi di latifoglie decidue, su suoli argillosi subaridi, da
neutri a subacidi, ricchi in basi ma spesso poveri in carbonati, dal livello del
mare a circa 1500 m. Il nome generico era già usato da Plinio, probabilmen-
te per
Medicago arborea
, ma è di etimologia controversa; il nome specifico
si riferisce alla pelosità della pianta. Forma biologica: camefita suffruticosa.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Infiorescenze almeno 5 volte più lunghe che larghe
Melilotus officinalis (L.) Lam.
Il meliloto comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatica oggi dive-
nuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Puglia e
Sicilia. La distribuzione regionale copre l’intero territorio; nell'area di studio
la specie si concentra presso gli abitati a quote basse, ma sporadicamente
appare anche più in alto ai margini di strade di montagna, come sui versanti
meridionali del M. Nauleni al di sotto del Passo Pura. Cresce in vegetazioni
ruderali lungo le strade, in stazioni ferroviarie, cave e discariche, in campi
abbandonati, su suoli primitivi preferibilmente limosi, neutri, dal livello del
mare alla fascia montana. La pianta è debolmente tossica per la presenza di
cumarine che le conferiscono un caratteristico profumo da secca, per cui era
usata per aromatizzare liquori. Il nome generico deriva dal greco 'meli' (mie-
le) e 'lotos' (trifoglio); il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina,
farmacia) e si riferisce all’antico uso a scopo medicinale. Forma biologica:
emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Infiorescenze subsferiche od ovali, meno di 4 volte più lunghe che larghe
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Vessillo (petalo superiore) finemente pieghettato (lente!). Legume non avvolto a spirale
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Vessillo (petalo superiore) liscio. Legume ricurvo o avvolto a spirale
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1...,168,169,170,171,172,173,174,175,176,177 179,180,181,182,183,184,185,186,187,188,...508