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Infiorescenze ovali, >1 cm. Legume falcato. Corolla lunga più di 5 mm
Medicago falcata L. subsp. falcata
L’erba medica falcata è una specie a distribuzione originariamente mediter-
raneo-turanica oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni
d’Italia salvo che in Sardegna. La distribuzione regionale si estende su tutto
il territorio; nell'area di studio la specie è più diffusa nei fondovalle a quote
basse, ad esempio presso Ampezzo, ma non è comune. Cresce in vegetazioni
disturbate, negli orli di boschi termofili di latifoglie decidue, lungo le strade,
su muri e scarpate, su suoli per lo più calcarei ricchi in scheletro e aridi d'e-
state, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Forma spesso ibridi
con
M. sativa
(
M. × varia
) che presentano fiori in parte gialli in parte screziati
di violetto. La pianta è considerata una buona foraggera. Il nome del gene-
re deriva dalla Media, antica regione della Persia, da cui Teofrasto pensava
provenisse l'erba medica; il nome specifico si riferisce alla forma arcuata del
legume. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
luglio.
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Fiori bianchi
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Fiori di altro colore
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Infiorescenze almeno 5 volte più lunghe che larghe
Melilotus albus Medik.
Il meliloto bianco è una pianta annua a distribuzione originariamente eu-
rasiatico-sudeuropea ma oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio;
nell'area di studio la specie è più diffusa nei fondovalle a quote basse, ad
esempio presso Ampezzo. Cresce in vegetazioni ruderali lungo le strade, in
stazioni ferroviarie, cave e discariche, su diversi tipi di suoli primitivi ricchi in
scheletro e poveri in humus, dal livello del mare alla fascia montana inferio-
re. La pianta è debolmente tossica per la presenza di cumarine, ma l'infuso,
di sapore gradevole, viene ancor oggi spesso utilizzato localmente. Il nome
generico deriva dal greco 'meli' (miele) e 'lotos' (trifoglio), quello specifico si
riferisce al colore bianco dei fiori. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo
di fioritura: giugno-settembre.
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Infiorescenze subsferiche od ovali, meno di 4 volte più lunghe che larghe
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Fusti striscianti e radicanti ai nodi
Trifolium repens L.
Il trifoglio ladino è una specie a vasta distribuzione originariamente eurosi-
beriana, ma oggi divenuta subcosmopolita, molto diffusa e comune in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale è estesa a tutto il territorio; nell'a-
rea di studio la specie si concentra presso gli abitati, da Ampezzo a Sauris di
Sopra, a volte anche più in alto presso le malghe. Cresce in prati pingui ed
in ambienti ruderali come aiuole, parchi e giardini, su suoli limoso-argillosi
freschi, piuttosto profondi e umiferi, subneutri, dal livello del mare alla fascia
montana. La specie è un’ottima pianta mellifera e grazie alla simbiosi con
batteri azotofissatori arricchisce i terreni agrari; viene a volte coltivata, in una
cultivar chiamata ‘trifoglio bianco gigante lodigiano’, o ‘ladino a foglie lar-
ghe’, come pianta foraggera. I fiori possono essere utilizzati in frittata oppure
per la preparazione di una bevanda tipo ‘sangrilla’; in passato, soprattutto in
periodi di carestia, i capolini secchi venivano macinati e mescolati alla farina.
Il nome del genere si riferisce alle foglie divise in tre foglioline; quello spe-
cifico in latino significa 'strisciante' e allude al portamento dei fusti. Forma
biologica: emicriptofita reptante. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Fusti da eretti a prostrati, ma mai radicanti ai nodi
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