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Carduus defloratus L. subsp. rhaeticus (DC.) Murr
Il cardo tridentino è un’entità appartenente a un gruppo estremamente poli-
morfo e di difficile identificazione, con stirpi poco differenziate fra di loro e
tendenti a formare ibridi; il gruppo nel suo complesso è endemico delle Alpi;
questa sottospecie è nota per la Val d'Aosta e per le Alpi orientali dalla Lom-
bardia al Friuli. La distribuzione regionale è estesa a tutte le aree montuose
del Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa e localmente comune, come
nei dintorni del Passo Pura, raggiungendo i 2300 m sul M. Tiarfin. Cresce
su rupi soleggiate, nei ghiaioni, in pendii franosi, in praterie alpine esposte
al sole, su suoli piuttosto primitivi su substrati silicei, dalla fascia montana a
quella subalpina (a volte anche più in alto). Il nome generico era già in uso
presso i Romani; da esso deriva l'espressione 'cardare la lana', operazione in
cui venivano usati sino a tempi recenti i capolini spinosi di diverse
Asteraceae
e di
Dipsacus
; il nome specifico in latino significa ‘sfiorito, piegato’, in riferi-
mento ai capolini penduli come se fossero avvizziti; il nome della sottospecie
si riferisce alle Alpi Retiche. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo
di fioritura: luglio-settembre. Syn.:
Carduus defloratus
L. subsp.
tridentinus
(Evers) Ladurner....
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Lamina fogliare con numerose spinule pungenti di 1-1.5 mm
Cirsium vulgare (Savi) Ten. subsp. vulgare
Il cardo asinino è una specie eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta subco-
smopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si
estende su tutto il territorio; nell'area di studio la specie si concentra soprat-
tutto presso gli abitati e le malghe. Cresce in vegetazioni ruderali, lungo le
strade, nelle discariche, ai margini degli abitati, in schiarite dei boschi, su
suoli argillosi e umiferi, da subaridi a freschi, piuttosto ricchi in composti
azotati, dal livello del mare alla fascia montana superiore (a volte sino alla
fascia subalpina presso le malghe). Il nome generico deriva dal greco 'kirsos'
(varice) per l'antico uso contro le vene varicose; il nome specifico deriva dal
latino 'vúlgus (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologi-
ca: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
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Lamina fogliare senza spinule (spine limitate al margine)
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Foglie tutte non decorrenti, bianco-pelose di sotto
Cirsium heterophyllum (L.) Hill
Il cardo tagliente è una specie artico-alpina a vasta distribuzione eurasiati-
ca, presente lungo tutto l'arco alpino salvo che in Liguria. La distribuzione
regionale è ristretta alla porzione centro-occidentale delle Alpi Carniche;
nell'area di studio la specie è piuttosto rara. Cresce in ambienti umidi come
prati torbosi, pascoli molto umidi, rive di corsi d'acqua, margini dei boschi,
arbusteti di ontano bianco, presso acquitrini, di solito su substrati silicei, dal-
la fascia montana a quella alpina. Il nome generico deriva dal greco 'kirsós'
(varice), alludendo ad una presunta efficacia nella cura delle vene varicose; il
nome specifico deriva dal greco e significa 'con foglie diverse', per la diversa
forma delle foglie sulla medesima pianta. Forma biologica: emicriptofita sca-
posa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Almeno le foglie inferiori decorrenti sul fusto, verdi di sotto
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Solo le foglie inferiori decorrenti sul fusto (fusto non alato in alto). Capolini unisessuali. Tubo corollino
lungo circa il doppio del lembo
Cirsium arvense (L.) Scop.
Il cardo campestre è una specie a distribuzione originariamente eurasiatico-
sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’I-
talia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio, dalle coste
al distretto alpino, ove sale con la var.
horridum
sino alla fascia subalpina;
nell'area di studio la specie si concentra presso gli abitati, gli stavoli e le mal-
ghe. Cresce in associazioni ruderali o arvensi, lungo le strade, in discariche
e schiarite di boschi, su suoli argillosi piuttosto profondi e umiferi, ricchi in
composti azotati, da freschi a subaridi, talvolta decalcificati, dal livello del
mare alla fascia subalpina. Le foglie, i getti giovani e i ricettacoli dei capoli-
ni sono commestibili sia crudi che cotti. Il nome generico deriva dal greco
'kirsos' (varice) per l'antico uso contro le vene varicose; il nome specifico
in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica: geofita radicegemmata.
Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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