192
515
Pinnule a margine intero
516
515
Pinnule dentate, lobate o divise
517
516
Foglie allineate lungo un rizoma strisciante. Picciolo lungo ca. quanto la lamina o più, senza scaglie
Thelypteris palustris (Gray) Schott
La felce palustre è una specie a vasta distribuzione subcosmopolita presente
in tutte le regioni italiane tranne che in Campania, Calabria, Sicilia e Sarde-
gna. La distribuzione regionale è piuttosto frammentaria e si estende dalla
costa ai fondovalle delle Alpi, con ampie lacune; la specie è comunque in
forte regresso a causa delle bonifiche delle zone umide; nell'area di studio
è rarissima. Cresce in torbiere, prati umidi, radure di boschi e al margine di
corsi d'acqua, dalla fascia planiziale a quella montana inferiore. La specie
viene anche utilizzata a scopo ornamentale nei giardini, in diverse cultivar.
Il nome generico deriva dal greco 'thély' (femmina) e 'ptéris' (felce), quello
specifico si riferisce all'habitat. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo
di sporificazione: maggio-settembre.
516
Foglie formanti rosette dense. Picciolo lungo 1/4-1/10 della lamina, ricoperto da scaglie brune
Thelypteris limbosperma (All.) H.P. Fuchs
La felce montana è una specie a vasta distribuzione circumboreale presente
in tutte le regioni dell'Italia settentrionale e in Toscana. La distribuzione re-
gionale è piuttosto frammentaria ma si estende su tutte le montagne del Friu-
li; nell'area di studio la specie è piuttosto rara. Cresce in luoghi umidi come
paludi, torbiere, boschi umidi, al bordo dei ruscelli, dalla fascia planiziale
(ove ormai è rarissima) a quella subalpina. Il nome generico deriva dal greco
'thély' (femmina) e 'ptéris' (felce); il nome specifico deriva dal latino 'limbus'
(orlo, margine) e 'spermum' (seme), in riferimento alla collocazione dei sori
nella parte periferica delle pinnule. Forma biologica: geofita rizomatosa. Pe-
riodo di sporificazione: maggio-settembre.
517
Picciolo delle foglie eretto (simile ad un fusto), lungo 50 cm o più. Pianta alta anche più di 1 m
Pteridium aquilinum (L.) Kuhn subsp. aquilinum
La felce aquilina è una specie a vasta distribuzione subcosmopolita presente
in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale, con qualche lacuna,
copre l’intero territorio; in Carso la specie è rara e concentrata nell'Isontino
e nelle aree con Flysch; nell'area di studio è diffusa e comune, ma abbon-
dante sono nelle aree con substrati silicei. Forma spesso densi popolamenti
clonali in pascoli abbandonati, ai margini e nelle radure di boschi, su suoli da
subacidi ad acidi, da subaridi in estate a umidi in profondità, dal livello del
mare alla fascia montana superiore. Si comporta spesso da pianta invasiva di
difficile estirpazione (viene favorita dagli incendi). Le foglie contengono un
enzima (tiaminasi) in grado di distruggere la vitamina B1, che viene perduto
con la cottura, e anche composti cianogenetici: le persone e gli animali che
se ne cibano, soprattutto i cavalli, ne ricavano danni anche gravi; un tempo
il rizoma veniva usato come antielmintico, in particolare contro la tenia, ma
con avvelenamenti anche mortali nei bambini. Recenti ricerche hanno isola-
to sostanze sicuramente cancerogene: in Giappone, dove questa felce viene
spesso mangiata cotta, è stata confermata una correlazione tra il suo consumo e forme tumorali dell’apparato digerente. Il nome
generico è il diminutivo latino del greco 'pteris' (felce), il nome specifico sembra riferirsi alla forma del rizoma, che sezionato
ricorda un profilo d'aquila. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di sporificazione: maggio-aprile.
517
Picciolo lungo meno di 50 cm. Piante più basse di 1 m
518
1...,190,191,192,193,194,195,196,197,198,199 201,202,203,204,205,206,207,208,209,210,...508