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comune. Cresce nelle macchie, nei pascoli e nei campi, a volte anche ai bordi delle strade, dal livello del mare alla
fascia montana inferiore. In passato i semi delle cicerchie selvatiche venivano usati nell'alimentazione umana,
specialmente durante le carestie; l'uso prolungato causava spesso una grave sindrome neurologica detta 'latirismo'
dovuto alla presenza nei semi di un amminoacido tossico. Il nome generico è la latinizzazione dell'antico termine greco
'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante; il nome specifico deriva
dal greco 'klymenos' (celebre, rinomato), nome attribuito a una pianta non meglio specificata già da Teofrasto e Plinio.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Lathyrus hirsutus L.
- La cicerchia pelosa è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima in tutto il territorio,
con pochissime stazioni che nella zona esterna al raccordo sono dislocate presso la fascia costiera. Cresce negli incolti e
nei pascoli, al di sotto della fascia montana. In passato i semi delle cicerchie selvatiche venivano usati
nell'alimentazione umana, specialmente durante le carestie; l'uso prolungato causava spesso una grave sindrome
neurologica detta 'latirismo' dovuto alla presenza nei semi di un amminoacido tossico. Il nome generico è la
latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui si estraeva una
sostanza eccitante; il nome specifico si riferisce alla pelosità dei legumi. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-luglio.
Lathyrus latifolius L.
- Il cicerchione è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni d'Italia salvo
forse che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è ovunque rarissima. Cresce in praterie piuttosto
evolute, negli aspetti più aridi dei prati da sfalcio, ai margini di boschi termofili, su suoli argillosi piuttosto profondi,
subaridi d'estate, ricchi in basi ma talvolta decalcificati, con optimum al di sotto della fascia montana. In passato i semi
delle cicerchie selvatiche venivano usati nell'alimentazione umana, specialmente durante le carestie; l'uso prolungato
causava spesso una grave sindrome neurologica detta 'latirismo' dovuto alla presenza nei semi di un amminoacido
tossico. Il nome generico è la latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una pianta non
identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante; il nome specifico in latino significa 'a foglie larghe'. Forma
biologica: emicriptofita scandente. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Lathyrus nissolia L.
- La cicerchia semplice è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma più frequente nell'Italia mediterranea; la specie era legata alle vecchie
pratiche agricole ed è quasi ovunque in via di scomparsa. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e
presente in una sola stazione lungo la fascia litoranea. Cresce negli incolti, nei campi e in luoghi erbosi, al di sotto della
fascia montana superiore. I semi sono tossici e provocano disturbi neurologici se consumati in grande quantità e con
frequenza (latirismo). Il nome generico è la latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una pianta
non identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante; la specie è dedicata a Guillaume Nissole (1647-1735), medico
e botanico di Montpellier. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Lathyrus ochrus (L.) DC.
- La cicerchia pisellina è una pianta annua a distribuzione strettamente mediterranea
presente in Friuli Venezia Giulia (come avventizia), Liguria, Emilia-Romagna e in tutte le regioni dell'Italia centrale,
meridionale e insulare. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara nell'intero territorio. Cresce nei campi e negli
incolti, a volte anche in ambienti ruderali, con optimum nella fascia mediterranea. ). La specie era usata a scopi
alimentari dagli antichi Egizi, dai Greci e in generale in tutto il bacino mediterraneo. Oggi è commercializzata nell'area
di Bodrum in Turchia e a Creta vengono utilizzate le foglie e i fusti giovani in insalata. Rappresenta una fonte
importante di cibo anche in Etiopia, India, Pakistan e Bangladesh. I semi però contengono un amminoacido tossico che
in quantità rilevanti e prolungate causa danni al sistema nervoso con paralisi degli arti inferiori (latirismo); attraverso la
cottura circa il 90% della sostanza tossica può essere rimossa. Il nome generico è la latinizzazione dell'antico termine
greco 'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante; il nome specifico
deriva dal greco 'ochròs' (giallo pallido), in riferimento al colore dei fiori. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
Lathyrus pratensis L. subsp. pratensis
- La cicerchia dei prati è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente
in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e presente in pochissime località della
fascia costiera. Cresce in praterie submesofile e nei prati da sfalcio, a volte negli orli boschivi, su suoli limoso-argillosi
piuttosto freschi e abbastanza ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana superiore. I semi sono
tossici e provocano disturbi neurologici se consumati in grande quantità e con frequenza (latirismo). Il nome generico è
la latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui si estraeva una
sostanza eccitante; il nome specifico si riferisce all'habitat. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio-settembre.
Lathyrus setifolius L.
- La cicerchia capillare è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Emilia-Romagna e Sardegna (la presenza in Piemonte è dubbia). Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rarissima e presente in una sola località della zona litoranea. Cresce in pratelli aridi e
orli di cespuglieti termofili, su suoli primitivi ricchi in scheletro calcareo, aridi, poveri in composti azotati), dal livello
del mare a 1200 m circa. I semi sono tossici e provocano disturbi neurologici se consumati in grande quantità e con
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