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adattamento della parola araba 'tabbaq', che fin dal IX secolo indicava erbe di vario tipo. Forma biologica: terofita
scaposa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
Nigella damascena L.
- La damigella scapigliata è una pianta annua a distribuzione eurimediterraneo-turanica, da noi
di antica introduzione legata alla coltura di cereali (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle
d'Aosta e Trentino-Alto Adige, ma in forte regresso e oggi quasi ovunque molto rara, soprattutto a nord del Po.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune in tutto il territorio, dentro e al di fuori del raccordo anulare.
Cresce negli incolti e nei campi di cereali, a volte in ambienti ruderali fortemente disturbati, al di sotto della fascia
montana inferiore. Pianta citata nella Bibbia e conosciuta dagli antichi Romani, fa parte della medicina tradizionale
coranica e in Europa fu utilizzata a scopo medicinale fino al XVII secolo; i semi contengono un alcaloide debolmente
tossico, la damascenina. Il nome generico in latino è un diminutivo di 'nigra' e allude al colore nero dei semi; il nome
specifico si riferisce alla città di Damasco. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Nymphaea alba L.
- La ninfea comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in quasi tutte le regioni
d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e localizzata in una stazione del settore settentrionale
interno al raccordo anulare. Cresce in acque stagnanti oligo-mesotrofiche profonde fino a 1.5 m, dal livello del mare ai
1500 m circa. La pianta contiene ninfeina e altri alcaloidi che a dosi molto basse hanno proprietà sedative e
anafrodisiache, ma sono altamente tossici; il rizoma ricco in amido fu usato nel passato nei periodi di carestia, sia come
verdura che ridotto a farina, previe ripetute cotture per disperdere le sostanze tossiche. Il nome generico, citato da
Teofrasto e Dioscoride, deriverebbe dal greco 'nymphaia' (pianta delle ninfe), perché tipica dei boschi e delle zone
paludose dove dimoravano le ninfe, anche se alcuni autori lo fanno derivare dal persiano 'ninufar', nome di una pianta
acquatica; il nome specifico allude al colore bianco dei fiori. Forma biologica: idrofita radicante. Periodo di fioritura:
giugno-settembre.
Ocimum basilicum L.
- Il basilico è una pianta annua originaria dell’Asia tropicale, coltivata sin da tempi antichissimi
per le foglie fortemente aromatiche (era già nota agli antichi Greci). In Italia è coltivato quasi ovunque e talvolta appare
anche allo stato subspontaneo, soprattutto presso gli abitati. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto rara allo
stato spontaneo, essendo limitata al settore interno al raccordo anulare. Cresce in ambienti caldi e umidi, su suoli molto
freschi e ricchi in sostanza organica. La pianta, di cui esistono numerosissime cultivar, è utilizzata sia come spezia sia
per le diverse proprietà medicinali. Il nome generico deriva dal greco dal greco ‘ózo’ (io olezzo), quello specifico dal
greco dal greco ‘basilikós’ (regio, regale, degno di un re). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio-settembre.
Odontites luteus (L.) Clairv.
- La perlina gialla è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima, con isolate stazioni site dentro e al di fuori del
raccordo anulare. Cresce in praterie seminaturali subaride, su suoli arenacei ma anche calcarei purché limoso-argillosi,
poco umiferi, piuttosto poveri in composti azotati ma ricchi in basi, dal livello del mare a 800 m circa (raramente, nel
meridione, anche più in alto). Tutte le specie di questo genere sono piante emiparassite, che assumono con l'ospite
rapporti trofici mediante austori radicali. Il nome generico deriva dal greco e significa 'dente', in riferimento ai dentelli
posti alla base delle antere; il nome specifico si riferisce al colore giallo dei fiori. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: agosto-ottobre.
Odontites vulgaris Moench subsp. vulgaris
- La perlina rossa è una pianta annua a vasta distribuzione eurasiatica
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune in
tutto il territorio. Cresce negli incolti e in prati-pascoli, su suoli generalmente piuttosto umidi, dal livello del mare a
1500 m circa. Tutte le specie di questo genere sono piante emiparassite, che assumono con l'ospite rapporti trofici
mediante austori radicali. Il nome generico deriva dal greco e significa 'dente', in riferimento ai dentelli posti alla base
delle antere; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
Oenanthe fistulosa L.
- Il finocchio acquatico a fusto tubuloso è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente
in tutte le regioni d'Italia salvo che in Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è rarissima e presente in pochissime stazioni, una sita entro il raccordo anulare e le altre lungo la
fascia costiera. Cresce in paludi e prati umidi, di solito su substrati ricchi in calcio, al di sotto della fascia montana.
Tutta la pianta è velenosa per la presenza di principi attivi ad azione neuro- ed enterotossica (oenanthetoxine). Il nome
generico deriva dal greco 'oinos' (vino) e 'anthos' (fiore), in quanto se ingerita in piccole dosi provoca alterazioni
mentali simili ad un'ubriacatura; il nome specifico si riferisce all'aspetto fistoloso del fusto. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Oenanthe pimpinelloides L.
- Il finocchio acquatico comune è una specie a distribuzione mediterraneo-atlantica
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è comune in tutto il territorio. Cresce lungo fossi e rive di stagni e in prati umidi, su suoli limoso-argillosi
periodicamente inondati, con optimum al di sotto della fascia montana. Tutta la pianta è molto tossica; contiene principi
attivi ad azione neuro- ed enterotossica, le oenanthetoxine, che provocano convulsioni e coma seguiti da esito letale. Il
nome generico deriva dal greco 'oínos' (vino) ed 'ánthos' (fiore) e allude al fatto che alcune specie, se ingerite in piccole