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suoli argillosi aridi, permeabili e ricchi in scheletro ma umiferi, da neutro-
basici a subacidi. Foglie e radici sono commestibili previa cottura. Il
nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dalla parola
catalana 'scurzon' o spagnola 'escorzon' (vipera, serpe) per la presunta
efficacia contro il morso dei serpenti, oppure dal termine tedesco
'Schwarzwurzel' (radice nera). Forma biologica: geofita rizomatosa
(emicriptofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
386
Fusti fioriferi senza foglie (foglie tutte basali)
387
386
Fusti fioriferi fogliosi
389
387
Margine della foglia intero. Pianta con lunghi stoloni striscianti
Pilosella officinarum Vaill.
Syn.:
Hieracium pilosella
L. - Specie eurasiatica con riproduzione da
sessuata ad apomittica, con diversi livelli di ploidia, per cui le popolazioni
sono localmente differenziate e di difficile interpretazione tassonomica; è
presente in tutta l'Italia continentale, salvo forse che in Calabria, sino alla
fascia montana. Un tempo veniva inclusa nel genere
Hieracium
. Nella
nostra regione è diffusa dalla costa alla montagna; in Carso è solo
localmente comune. Cresce in gramineti subaridi, in querceti luminosi,
ma anche come pioniera su terreni smossi ed in coltivi abbandonati, su
suoli argillosi subacidi di solito su substrati arenacei. Il nome del genere,
recentemente segregato da
Hieracium
, si riferisce ai lunghi peli presenti
sulle foglie di alcune specie; il nome generico
Hieracium
deriva invece
dal greco 'ierax' (sparviere), in riferimento ad una pianta di cui gli antichi
credevano si cibassero gli sparvieri per rafforzare la vista (da qui il nome
italiano adottato da Pignatti); il nome specifico deriva dal latino 'officina'
(officina, farmacia) ed allude al suo uso a scopo medicinale. Forma
biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
387
Margine della foglia dentato. Piante senza stoloni
388
388
Capolini non solitari. Foglie basali spesso maculate di scuro
Hypochaeris maculata L.
Specie eurosiberiana presente in Italia settentrionale, Toscana e Marche,
dal livello del mare ai 1500 m circa. Nella nostra regione è piuttosto
diffusa nel Carso, alta pianura e fascia montana, più rara nella bassa
pianura e nelle Alpi; in Carso ha distribuzione discontinua e non è
comune. Cresce nelle praterie mesiche meno termofile, negli orli delle
boscaglie, negli aspetti più ricchi in cerro del
Seslerio-Quercetum
petraeae
, su suoli limoso-argillosi freschi ma subaridi d'estate, ricchi in
basi ma spesso decalcificati e neutri. Il nome del genere deriva dal greco
'hypo' (sotto) e 'choeros' (maiale) e significa più o meno 'cibo per maiali';
il nome specifico allude alle macchie scure spesso presenti sulle foglie.
Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
388
Capolini solitari. Foglie non maculate
Taraxacum officinale Weber in Wiggers s.l.
Aggregato di specie eurosiberiano, oggi divenuto subcosmopolita nelle
zone temperate, comunissimo in tutta Italia sino alla fascia montana
superiore. Nella nostra regione è ampiamente diffuso; in Carso è comune
ovunque. Cresce in vegetazioni sia segetali che ruderali, in coltivi,
vigneti, orti, margini stradali, aiuole etc., su suoli per lo più limoso-
argillosi, piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, subneutri. Le foglie
giovani sono commestibili da cotte; le radici tostate erano un surrogato
del caffè. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dal
greco 'tarasso' (sanare, guarire) oppure dal persiano 'tarkhashqún' (da cui
deriva l'arabo 'tarasacon') che significano 'erba amara', 'cicoria'; il nome
specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) ed allude al suo
antico uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita rosulata.
Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
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