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Cladodi terminanti in una punta pungente
Ruscus aculeatus L.
Il pungitopo è una specie mediterranea presente in tutta Italia al di sotto
della fascia montana. Cresce nella macchia mediterranea e negli aspetti
più caldi dei boschi decidui, su suoli limoso-argillosi profondi, neutro-
basici. Il nome del genere deriva dal greco 'rugchos' (becco, rostro), per i
cladodi dalla punta aguzza che ricordano un becco d'uccello. I germogli
sono commestibili previa cottura. Tutta la pianta è tossica da fresca.
Insieme all'agrifoglio è una delle piante tradizionali del Natale: la raccolta
sconsiderata a fini commerciali ne ha minacciato la presenza allo stato
spontaneo. Nella credenza popolare è considerata pianta augurale. I getti
giovani sono commestibili e vengono consumati come gli asparagi. In
alcune regioni, con i rami spinosi della pianta venivano protetti i formaggi
in stagionatura contro i morsi dei topi: da ciò il nome italiano 'pungitopo'.
Localizzata nel Parco. Forma biologica: geofita rizomatosa/camefita
fruticosa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile, settembre-ottobre.
125
Fusti fertili verdi (almeno alcuni fusti terminano in una
spiga sporigena)
126
125
Fusti fertili senza clorofilla, scomparsi all'apparizione di
quelli verdi (nessun fusto verde termina in una spiga
sporigena)
127
126
Spighe sporigene arrotondate od ottuse in alto. Fusti non ramificati dalla base
Equisetum palustre L.
Specie circumboreale presente in tutta Italia ad eccezione della Sardegna,
dal livello del mare a 2500 m circa, in prati torbosi e paludi acide. Il nome
generico deriva dal latino 'equus' (cavallo) e 'seta' (pelo), e significa 'coda
di cavallo'. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica: geofita
rizomatosa. Periodo di sporificazione: maggio-luglio.
126
Spighe terminanti con un mucrone acuto. Fusti ramificati sin dalla base
Equisetum ramosissimum Desf. subsp. ramosissimum
Specie subcosmopolita con tendenza sudeuropeo-continentale. Cresce sia
in ambienti umidi come margini di fossi, rive di corsi d'acqua, che in
ambienti aridi quali massicciate ferroviarie, basi di muri e lungo le vie,
tendendo a formare popolamenti monospecifici con comportamento
pioniero. È diffusa in tutta Italia. Il nome generico deriva dal latino
'equus' (cavallo) e 'seta' (pelo), e significa 'coda di cavallo'. Più frequente
alle quote inferiori del Parco. Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di sporificazione: maggio-settembre.
127
Guaine con 8-12 denti. Fusti alti 1-5 dm, larghi 1-5 mm, con cavità interna ristretta
Equisetum arvense L.
Specie circumboreale presente in tutte le regioni d'Italia dalla costa alla
fascia montana. Cresce come pioniera lungo fossi, canali e stagni, ma
anche in coltivi, purché con suoli argillosi umidi. Il nome generico deriva
dal latino 'equus' (cavallo) e 'seta' (pelo), e significa 'coda di cavallo'; il
nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Per l'alto contenuto in
silice era usata per lucidare oggetti in metallo. Diffusa soprattutto alle
quote inferiori del Parco. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di
sporificazione: marzo-maggio.
127
Guaine con 20-30 denti. Fusti alti 5-20 dm, larghi 1-2 cm, a forma di tubo con cavità
larga
Equisetum telmateia Ehrh.
1...,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38 40,41,42,43,44,45,46,47,48,49,...180