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Helianthus tuberosus L.
Il topinambur è una pianta di origine nordamericana, oggi diffusissima in
tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il terri-
torio, dalla costa ai fondovalle del settore alpino; nell'area di studio la specie
è confinata nei fondovalle a quote basse e non è molto comune. Il nome
popolare ‘topinambur’ è la trascrizione di una parola brasiliana, ma la pianta
sembra sia stata importata in Francia dal Canada nel 1603 dal francese Sa-
muel Champlain; già nel 1616 il naturalista e botanico Fabio Colonna, nella
seconda edizione dell’opera ‘Ecpharais’, scrive indicandola come ‘Flos solis
farnesianus’: era infatti già coltivata nel Giardino Farnese a Roma, dove era
conosciuta con il nome volgare di ‘girasole articocco’. Cresce in vegetazioni
pioniere e ruderali, soprattutto lungo il corso medio ed inferiore dei fiumi,
su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, freschi e sciolti, ricchi in composti
azotati, al di sotto della fascia montana. Il tubero, che somiglia per forma e
consistenza a una patata, non contiene amido ma il polisaccaride inulina che
lo rende adatto nei regimi ipocalorici degli obesi e dei diabetici. In America
è stata sin dai tempi più remoti un'importante pianta alimentare, oggi vive un periodo di riscoperta. Il nome generico deriva dal
greco 'helios' (sole) ed 'anthos' (fiore), e significa quindi 'fiore del sole' (è lo stesso del girasole), quello specifico allude ai tuberi
commestibili (topinambur). Forma biologica: geofita. Periodo di fioritura: agosto-ottobre.
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Foglie rigide, tutte senza picciolo ben distinto
Inula hirta L.
L’enula scabra è una specie dell'Europa orientale e Asia occidentale, pre-
sente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Puglia e Calabria
(segnalata erroneamente in Campania). La distribuzione regionale si estende
dalle coste ai fondovalle del settore alpino, ma con ampie lacune nella media
e bassa pianura friulana e nel settore alpino; nell'area di studio la specie è più
frequente a quote piuttosto basse in siti caldo-aridi, come sui versanti meri-
dionali del M. Nauleni. Cresce negli orli degli arbusteti e nelle praterie più
evolute, meno frequentemente in lande rupestri, su suoli carbonatici argillo-
si, abbastanza profondi, subaridi, dal livello del mare a 1500 m circa. Il nome
generico potrebbe derivare dal greco 'inaein' (purgare), per le proprietà me-
dicinali di alcune specie, quello specifico si riferisce alla pelosità delle foglie.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
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Foglie molli, almeno quelle basali chiaramente picciolate
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Fusti con più di un capolino
Doronicum austriacum Jacq.
Il doronico austriaco è una specie delle montagne dell'Europa meridionale
presente lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino settentrionale. La distri-
buzione regionale e centrata, con diverse lacune, sulle Alpi Carniche e le
Alpi e Prealpi Giulie, con stazioni isolate sulle Prealpi Carniche e lungo il
corso dell'Isonzo; nell'area di studio la specie è abbastanza diffusa ma non
molto comune, ad esempio al Passo Pura a 1400 m. Cresce nelle radure dei
boschi e in forre umide ed ombrose, dalla fascia montana a quella subalpi-
na, raramente anche più in basso. Il nome generico è di etimologia incerta:
potrebbe derivare dal termine arabo ‘dourondj’, che designa specie simili in
tutti i paesi del Medio Oriente; il nome specifico si riferisce all’Austria, ove
la specie è diffusa. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura:
giugno-agosto.
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Fusti con un solo capolino terminale
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