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1123
Foglie feltrose solo sui nervi di sotto. Fiori ermafroditi, con stimmi ovali brevi, appena sporgenti dal tubo
corollino
Petasites hybridus (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. hybridus
Il farfaraccio maggiore è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente
in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. La distribuzione regionale
si estende su quasi tutto il territorio, con qualche lacuna nella bassa pianura
friulana presso le coste; nell'area di studio la specie è abbastanza diffusa e
localmente comune, soprattutto nella Conca di Sauris. Forma spesso popo-
lazioni dominanti lungo i corsi d'acqua, nei prati umidi e presso le sorgenti,
su suoli limoso-argillosi spesso inondati, umiferi, ricchi in basi e composti
azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta era spesso usata a
scopo medicinale, anche se le foglie ed i rizomi sono velenosi per la presenza
di alcaloidi epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cap-
pello), per le grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
1123
Foglie coperte da un feltro bianco o grigiastro di sotto. Fiori ermafroditi, con stimmi lunghi e
filiformi, ben sporgenti dal tubo corollino
1124
1124
Lamina fogliare reniforme, con doppia dentatura. Fiori biancastri. Capolini con involucro verde
Petasites albus (L.) Gaertn.
Il farfaraccio bianco è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente
in tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale e in Calabria. La distribu-
zione regionale è di tipo alpico-carsico e si estende dal Carso triestino (ove la
specie è rara) a tutte le aree montuose del Friuli, con stazioni anche nelle aree
magredili dell'alta pianura friulana; nell'area di studio la specie è comune, ad
esempio a Veld a 1300 m e presso Sauris di Sopra a 1400 m. Cresce in boschi
umidi, in radure boschive, su scarpate, in vallecole umide, su suoli freschi e
ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia montana. Alla pianta si
attribuiscono diverse proprietà medicinali, ma rizomi contengono alcaloidi
epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le
grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini; il nome specifico, dal
latino 'albus' (bianco) si riferisce al colore dei fiori. Forma biologica: geofita
rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Lamina triangolare-astata, con dentatura semplice. Fiori rossastri (raramente biancastri). Capolini con
involucro arrossato
Petasites paradoxus (Retz.) Baumg.
Il farfaraccio niveo è una specie delle montagne dell'Europa meridionale pre-
sente lungo tutto l'arco alpino e nelle pianure antistanti, salvo che in Liguria,
dalla fascia submediterranea a quella subalpina. La distribuzione regionale
copre quasi tutto il territorio, con lacune nella bassa pianura friulana e nel
Carso; nell'area di studio la specie è comune soprattutto sulle frane con are-
narie del Werfen tra 1400 e 1600 m. Cresce su pendii franosi, lungo i greti
dei torrenti e sui ghiaioni, su substrati calcarei o dolomitici oppure silicei ma
ricchi in basi, con optimum nella fascia montana. La pianta era spesso usata a
scopo medicinale, anche se le foglie ed i rizomi sono velenosi per la presenza
di alcaloidi epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cap-
pello), per le grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Fusti fioriferi senza foglie
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Fusti fioriferi fogliosi
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1...,379,380,381,382,383,384,385,386,387,388 390,391,392,393,394,395,396,397,398,399,...508