380
Arctium nemorosum Lej.
La bardana dei boschi, o bardana selvatica, è una specie europea con ten-
denza subatlantica presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna.
La distribuzione regionale si concentra sul settore alpino propriamente detto
(Alpi Carniche e Giulie), con stazioni più sparse nelle Prealpi e una singola
stazione nelle parti più alte del Carso triestino; nell'area di studio la specie è
diffusa e localmente comune soprattutto nelle faggete della Conca di Sauris,
ad esempio nel Bosco Flobia lungo la strada che dal Passo Pura conduce
al Lago di Sauris. Cresce in boschi umidi, radure, sentieri boschivi, cedui,
consorzi di alte erbe, su suoli argillosi freschi e ricchi in sostanze azotate,
con optimum nella fascia montana. Le radici contengono un principio amaro
(inulina) e venivano utilizzate nella medicina popolare (radice di bardana);
le foglie giovani e i germogli sono commestibili. Il nome generico deriva dal
greco 'arktos' (orso), forse per i capolini irsuto-spinosi; il nome specifico de-
riva dal latino 'nemus' (bosco). Forma biologica: emicriptofita bienne. Perio-
do di fioritura: luglio-settembre.
1120
Foglie penninervie
Saussurea discolor (Willd.) DC.
La saussurea cordata è una specie a vasta distribuzione sulle montagne
dell'Eurasia, presente lungo tutto l'arco alpino (salvo che in Liguria) e
sull'Appennino settentrionale, ove è più rara e localizzata. La distribuzione
regionale si estende su quasi tutto il settore alpino (Alpi Carniche e Giulie)
con alcune stazioni nelle Prealpi Carniche più occidentali; nell'area di studio
la specie è rara e confinata alla porzione nordoccidentale. Cresce in pascoli
pietrosi, nei ghiaioni, sulle rupi, su substrati silicei, dalla fascia montana su-
periore a quella alpina. Il genere è dedicato a H. B. de Saussure (1767-1845),
filosofo, naturalista e scienziato ginevrino, pioniere dell'alpinismo sulle Alpi
occidentali; il nome specifico in latino significa 'con colori differenti' e si ri-
ferisce alla diversa colorazione delle due facce delle foglie. Forma biologica:
emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
1120
Foglie palminervie
1121
1121
Capolini disposti in corimbi ombrelliformi. Foglie del fusto non ridotte a squame
1122
1121
Capolini disposti in spighe o racemi semplici allungati. Foglie del fusto ridotte a squame
1123
1122
Picciolo delle foglie superiori allargato in due orecchiette abbraccianti il fusto. Pappo lungo 5-8 mm
Adenostyles alliariae
(Gouan) A. Kern. subsp. alliariae
Il cavolaccio alpino è un’entità appartenente a una specie delle montagne
dell'Europa meridionale, in Italia presente, con due sottospecie, lungo tutto
l'arco alpino e sulle montagne della Campania, Calabria e Sicilia; la sottospe-
cie nominale ha distribuzione ristretta alle Alpi. La distribuzione regionale
si estende su quasi tutte le aree montuose del Friuli, con lacune soprattutto
nelle Prealpi Giulie più meridionali; nell'area di studio la specie è diffusa e
molto comune soprattutto nella Conca di Sauris, ad esempio al Passo Pura
e sul M. Rucke a 1400 m, nel Bosco Flobia e nel Bosco della Stua a 1000 m,
presso Bosclaf a 1300 m ecc. Cresce in consorzi di alte erbe, in cespuglieti
subalpini, su pietraie e morene, su suoli sia silicei che calcarei ricchi in com-
posti azotati, dalla fascia montana a quella alpina. La pianta è tossica per il
contenuto in alcaloidi pirrolizidinici epatotossici. Il nome generico in greco
significa 'con stilo ghiandoloso'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Pe-
riodo di fioritura: luglio-agosto.
1122
Picciolo delle foglie superiori non allargato in due orecchiette abbraccianti il fusto. Pappo lungo 4-5 mm
Adenostyles alpina (L.) Bluff & Fingerh. subsp. alpina
Il cavolaccio verde è una specie delle montagne dell'Europa meridionale pre-
sente in tutte le regioni dell'Italia continentale. La distribuzione regionale si
estende su tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è
diffusa soprattutto a quote piuttosto alte, ad esempio sul M. Pezzoccucco a
1600 m e sul M. Clapsavon a 2000 m. Cresce su pendii franosi, sfasciumi e
ghiaioni, in luoghi ombrosi e umidi nei boschi di faggio e di abete rosso, su
substrati calcarei, con optimum nella fascia montana superiore. La pianta è
tossica per il contenuto in alcaloidi pirrolizidinici epatotossici. Il nome gene-
rico in greco significa 'con stilo ghiandoloso'. Forma biologica: emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
1...,378,379,380,381,382,383,384,385,386,387 389,390,391,392,393,394,395,396,397,398,...508