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Capolini riuniti a 5-7 all'apice del fusto e circondati dalle foglie superiori sistemate a stella (non sono fiori
ligulati!)
Leontopodium nivale (Ten.) Hand.-Mazz. subsp. alpinum (Cass.) Greuter
La stella alpina è un’entità appartenente a una specie presente, con due sot-
tospecie, lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino centrale; la sottospecie
alpinum
ha areale ristretto alle Alpi. La distribuzione regionale si estende su
quasi tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa
soprattutto sugli alti massicci calcarei, ad esempio sul M. Tiarfin tra 1900 e
2300 m e sul M. Clapsavon a 2000 m; la piccola popolazione relitta al Passo
Pura, di fronte al Rifugio Tita Piaz a 1400 m, è ormai estinta a causa della
raccolta indiscriminata; la pianta è protetta (D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74).
Cresce su rupi calcaree o dolomitiche in ambienti esposti, su suoli ricchi in
scheletro, con optimum nelle fasce alpina e subalpina, ma spesso con stazioni
a quote anche più basse, come sulle Prealpi Giulie. Il genere ha il massimo
di diversità sulle montagne dell'Asia centrale e la presenza della stella alpi-
na sulle Alpi è un relitto della flora alpina preglaciale. La specie è protetta:
la raccolta indiscriminata ne minaccia la sopravvivenza in molte stazioni. Il
nome generico deriva dal greco 'lèon' (leone) e 'poùs' (piede), alludendo alla
forma delle infiorescenze, simili all'impronta della zampa di un leone. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-agosto.
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Capolini senza foglie disposte a stella
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Pianta con stoloni epigei. Foglie basali subspatolate, arrotondate o mucronate all'apice. Squame dei fiori
femminili bianche o rosate
Antennaria dioica (L.) Gaertn.
L’antennaria, o sempiterni di montagna, è una specie a vasta distribuzione
circumboreale comune lungo tutto l'arco alpino, più rara nell'Appennino
settentrionale e centrale. La distribuzione regionale è di tipo alpico-carsico:
la specie è presente sul Carso triestino e riappare su tutte le aree montuose
del Friuli, con alcune stazioni nelle aree magredili dell'alta pianura friula-
na; nell'area di studio la specie è abbastanza comune, ad esempio a Casera
Mediana a 1750 m, presso Casera Razzo a 1800 m, a Oberkovel a 2000 m.
Cresce in pascoli, prati aridi, ambienti sassosi asciutti, boschi radi, su suoli
debolmente acidi, dalla fascia submediterranea alla fascia alpina. La pianta
veniva usata nella medicina popolare per presunte proprietà emollienti. Il
nome generico si riferisce ai peli del pappo, simili alle antenne di alcuni in-
setti, quello specifico al fatto che i fiori maschili e femminili sono portati da
piante diverse (pianta dioica). Forma biologica: camefita reptante. Periodo
di fioritura: giugno-agosto.
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Pianta senza stoloni. Foglie basali lineari-lanceolate, progressivamente appuntite. Squame involucrali
brune
Antennaria carpatica (Wahlenb.) Bluff & Fingerh. subsp. helvetica (Chrtek & Pouzar)
Chrtek & Pouzar
I sempiterni del calcare sono una specie delle montagne dell’Europa me-
ridionale rappresentata in Italia solo da questa sottospecie, che è presente
lungo tutto l’arco alpino. La distribuzione regionale si estende su tutta la
porzione settentrionale del settore alpino, con poche stazioni sulle Prealpi
Carniche più occidentali; nell’area di studio la specie è rara: è stata osservata
ad esempio sul M. Clapsavon a 2450 m. Cresce in pascoli alpini e subalpini,
spesso su creste ventose, su substrati prevalentemente calcarei o silicei ma
ricchi in basi. Il nome generico si riferisce ai peli del pappo, simili alle an-
tenne di alcuni insetti, quello specifico si riferisce ai Carpazi mentre il nome
della sottospecie fa riferimento alla Svizzera (Elvezia) da cui è stata descritta.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
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Fiori ligulati più brevi di 1.5 cm. Piante annue di ambienti disturbati
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Fiori ligulati più lunghi di 1.5 cm. Piante perenni
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