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livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome generico è un diminutivo del termine latino
Selago
che designava
piante simili ai licopodi, e allude alla somiglianza di alcune specie (non di questa) a un piccolo licopodio; il nome
specifico si riferisce alle foglioline con margine dentellato. Forma biologica: camefita reptante. Periodo di
sporificazione: aprile-agosto.
Senecio angulatus L. f.
- Il senecione rampicante, o senecio del Capo, è una pianta originaria del Sudafrica che è stata
introdotta in molti paesi come pianta ornamentale e si è spesso naturalizzata (come ad esempio sulle Alpi Marittime),
divenendo a volte invasiva. In Italia è più frequente in parchi e giardini della fascia mediterranea, spesso lungo le coste,
in quanto tollera bene la salinità. Nell'area metropolitana di Roma la specie, aliena casuale, è molto rara. La pianta è
tossica per la presenza di alcaloidi ad azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena, che possono anche
passare al miele ed al latte. Il nome generico deriva dal latino 'senex' (vecchio), in riferimento ai pappi biancastri dei
frutti o alla pelosità grigia di molte specie; il nome specifico si riferisce ai fusti angolosi. Forma biologica: fanerofita
lianosa. Periodo di fioritura: maggio-dicembre.
Senecio inaequidens DC.
- Il senecione sudafricano è una specie naturalizzata, originaria, come dice il nome italiano,
del Sudafrica, segnalata per la prima volta in Italia nel 1947 (provincia di Verona) e da allora diffusasi rapidamente in
quasi tutta Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie, aliena naturalizzata, è presente in pochissime stazioni del
centro e della periferia urbana. Cresce in vegetazioni ruderali lacunose, ai margini delle strade, presso gli abitati, nelle
discariche, nelle cave, in aree industriali, ma ormai anche in luoghi rupestri assolati, su suoli primitivi ricchi in
scheletro e poveri in humus, dal livello del mare alla fascia montana, raramente più in alto. Ha effetti negativi sui
raccolti (vigne), sulla biodiversità, riduce il valore dei pascoli ed è tossica per gli animali a sangue caldo (incluso
l'uomo; a volte letale per i cavalli), contenendo alcaloidi che possono passare al latte (mediante il pascolo) o persino al
miele (attraverso il nettare raccolto dalle api). Modifica inoltre il paesaggio, rimanendo in fioritura per 6-7 mesi all'anno
e danneggia le infrastrutture, interferendo nel recupero delle aree rurali dismesse. Il principale impatto di questa specie
è legato alla sua elevata competitività; ha, infatti, un tasso riproduttivo elevato, ogni pianta potendo sviluppare 80-100
infiorescenze e producendo in un anno 30.000 semi capaci di rimanere vitali fino a 40 anni; si adatta facilmente a
situazioni climatiche diverse ed è indifferente al substrato. La dispersione naturale avviene tramite gli spostamenti
d'aria (come ad esempio lungo la rete stradale e autostrade e le ferrovie), ma anche a opera degli uccelli, dei mammiferi
domestici e dell'uomo. Tutte queste caratteristiche ne favoriscono l'invasività e l'espansione. Il nome generico deriva
dal latino senex (vecchio), alludendo ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte specie; il nome
specifico allude alle foglie irregolarmente denticolate. Forma biologica: terofita scaposa o camefita suffruticosa.
Periodo di fioritura: agosto-ottobre.
Senecio leucanthemifolius Poir. subsp. leucanthemifolius
- Il senecione costiero è una pianta annua estremamente
polimorfa a distribuzione strettamente mediterranea presente in Puglia e in tutte le regioni italiane affacciate sul Mar
Tirreno. Nell'area metropolitana di Roma la specie, molto rara nel contesto urbano, è frequente nella fascia litoranea.
Cresce sulle rupi marittime, anche su suoli subsalsi, da cui è passata ad ambienti ruderali, agli incolti, a discariche e
immondezzai, di solito lungo le coste, più raramente all'interno sino a 1200 m. La pianta è tossica per la presenza di
alcaloidi ad azione lenta ma dannosa per il fegato e cancerogena, che possono anche passare al miele e al latte. Il nome
generico deriva dal latino 'senex' (vecchio), in riferimento ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte
specie; il nome specifico significa 'a foglie di margherita'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
novembre-maggio.
Senecio vulgaris L.
- Il senecione comune è una pianta annua a distribuzione originariamente eurasiatica ma oggi
divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima
ovunque. Cresce, spesso come specie infestante, in vegetazioni ruderali e segetali, ai margini delle strade e dei
marciapiedi, nei coltivi, in orti, giardini, discariche e più raramente in radure boschive disturbate, su suoli argillosi
ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia subalpina. La pianta è tossica per la presenza di alcaloidi ad
azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena, che possono anche passare al miele e al latte. Il nome
generico deriva dal latino 'senex' (vecchio), in riferimento ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte
specie; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
Serapias cordigera L.
- La serapide cuoriforme è una specie a distribuzione strettamente mediterranea presente in
quasi tutte le regioni d'Italia (manca in quelle del Nord-Est e in Valle d'Aosta, non è stata ritrovata da lungo tempo in
Lombardia ed è di presenza dubbia in Sicilia). Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e limitata a isolate
stazioni urbane e suburbane. Cresce in prati e cespuglieti, per lo più in ambienti umidi come al margine di paludi e di
pozze effimere, dal livello del mare a 1000 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. Il nome generico, adottato
da Dioscoride e Plinio per indicare alcune orchidee, deriva da Serapide, dio egizio della fertilità; il nome specifico si
riferisce al labello cuoriforme. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Serapias lingua L.
- La serapide lingua è una specie a distribuzione strettamente mediterranea con baricentro
occidentale presente in Liguria, Emilia-Romagna e in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, con stazioni site sia all'interno, sia al di fuori del raccordo
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