670
d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune con poche stazioni del centro urbano e altre site al di
fuori del raccordo anulare. Cresce in vegetazioni pioniere lacunose ricche in piante annuali, sui muri, lungo le vie, nelle
fessure dei lastricati, ai bordi di mulattiere e in pratelli aridi, su suoli primitivi ghiaioso-pietrosi, ricchi in basi e poveri
in composti azotati, aridi d'estate, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome generico deriva dal latino
'saxum' (sasso) e 'frangere' (rompere) e significa quindi 'pianta che spezza le pietre', a causa dell'ecologia di molte
specie che vivono sulle rocce; il nome specifico deriva dal greco 'tri' (tre) e 'dàctylos' (dito) per le foglie con tre lobi
profondi. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-luglio.
Scabiosa columbaria L. subsp. columbaria
- La vedovina comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatica
presente, con due sottospecie, in quasi tutte le regioni dell'Italia continentale. Nell'area metropolitana di Roma la specie
è rarissima. Cresce in prati e pascoli aridi, in cenosi erbacee nei macereti e sui versanti erosi, negli incolti, in radure e
bordi boschivi, dal livello del mare a 1500 m circa. Il nome generico deriva dall'antico uso contro la scabbia; il nome
specifico, di significato incerto, significa 'dei colombi'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-ottobre.
Scandix pecten-veneris L. subsp. pecten-veneris
- Il pettine di Venere è una pianta annua dell'Europa meridionale
presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto rara, con isolate stazioni
periferiche urbane e altre site nell'area suburbana. Un tempo comune nei campi di cereali, è oggi in forte regresso a
causa dell'uso di diserbanti e di sementi selezionate, e oggi cresce soprattutto in vegetazioni ruderali di siti caldi e aridi,
lungo i sentieri, al margine di strade e in luoghi incolti, su suoli primitivi, ghiaiosi, ricchi in basi e poveri in composti
azotati, dal livello del mare a 1200 m circa (raramente fino a 1900 m). Fusti e foglie giovani vengono localmente
consumati in insalata. Il nome generico era già in uso presso i Greci per un'Apiacea, forse il cerfoglio; quello specifico,
che in latino significa 'pettine di Venere', si riferisce alla caratteristica forma a pettine delle infruttescenze. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Schedonorus arundinaceus (Schreb.) Dumort. subsp. arundinaceus
- La festuca falascona è una specie a
distribuzione subatlantico-sudeuropea presente, con diverse sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area
metropolitana di Roma questa sottospecie è comune in tutto il territorio. Cresce di solito gregaria lungo corsi d'acqua e
fossati e in prati umidi disturbati, su suoli con ristagno d'acqua o periodicamente sommersi, ricchi in basi e composti
azotati, anche subsalsi, dal livello del mare a 1200 m circa (raramente più in alto). Il nome del genere, recentemente
segregato da
Festuca
, deriva dal greco 'schene' (tenda, nido) e 'doru' (fusto), alludendo ai densi cespi formati dal queste
piante; il nome specifico significa 'a forma di canna'. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura:
maggio-luglio. Syn.:
Festuca arundinacea
Schreb.
Schedonorus arundinaceus (Schreb.) Dumort. subsp. fenas (Lag.) H. Scholz
- La festuca falascona è una specie a
distribuzione subatlantico-sudeuropea presente, con diverse sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. La subsp.
fenas
è
un'entità a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Umbria, Friuli Venezia Giulia
e forse Valle d'Aosta e Marche. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie è rara e limitata a poche stazioni
site in prossimità del litorale, oltre a pochissime altre periferiche urbane. Cresce in ambienti umidi, incluse le paludi
salse presso i litorali, su suoli argillosi periodicamente umidi e aridi, al di sotto della fascia montana (raramente più in
alto). Il nome del genere, recentemente segregato da
Festuca
, deriva dal greco 'schene' (tenda, nido) e 'doru' (fusto),
alludendo ai densi cespi formati dal queste piante; il nome specifico significa 'a forma di canna', mentre il nome della
sottospecie è un termine volgare per designare il fieno. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
Schoenoplectus lacustris (L.) Palla
- La lisca lacustre è una specie a distribuzione eurasiatico-sudeuropea oggi
divenuta subcosmopolita presente in quasi tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara con
poche stazioni urbane periferiche settentrionali e altre site in prossimità del litorale. Cresce in canneti e vegetazioni
umide, su suoli sommersi fangosi o sabbioso-ghiaiosi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 1500 m circa. Il
nome generico deriva dal greco 'schoinos' (giunco) e 'plektos' (intrecciato): la pianta è ancor oggi usata per fare cesti e
sedie; il nome specifico allude all'habitat. Forma biologica: geofita rizomatosa/ elofita. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
Schoenoplectus tabernaemontani (C.C. Gmel.) Palla
- La lisca di Tabenemontano è una specie a distribuzione
eurasiatico-mediterranea presente in tutte le regioni d'Italia (non ritrovata in tempi recenti in Liguria). Nell'area
metropolitana di Roma la specie è poco comune, con stazioni urbane settentrionali site lungo i principali corsi d'acqua e
altre localizzate al di fuori del raccordo anulare. Cresce in canneti e vegetazioni umide lungo lenti corsi d'acqua, rive e
fossati, su suoli fangosi con forti oscillazioni nel livello d'acqua, al di sotto della fascia montana. Il rizoma è
commestibile. Il nome generico deriva dal greco 'schoinos' (giunco) e 'plektos' (intrecciato); la specie è dedicata al
medico e botanico tedesco J. T. Mueller, detto Tabernaemontanus (1520-1590). Forma biologica: elofita/ geofita
rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Schoenus nigricans L.
- Il giunco nero è una specie a vasta distribuzione subcosmopolita presente in tutte le regioni
d'Italia (la presenza in Umbria è dubbia), comune soprattutto lungo i litorali, rara altrove sino a 1500 m circa. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è molto rara, con isolate stazioni all'interno e al di fuori del raccordo anulare. Cresce in