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Sixalix atropurpurea (L.) Greuter & Burdet subsp. grandiflora (Scop.) Soldano & F. Conti
- La vedovina
marittima è una pianta annua presente, con due sottospecie, in tutte le regioni italiane a sud del Po, salvo che in Liguria.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima ovunque. Cresce lungo le spiagge, in incolti aridi, a volte
anche in ambienti disturbati aridi lungo le vie, dal livello del mare alla fascia montana inferiore (solo nelle regioni
meridionali). L'etimologia del nome generico non è nota; il nome specifico si riferisce al colore dei fiori, che in alcune
forme utilizzate anche a scopo ornamentale è di color porporino scuro. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre. Syn.:
Scabiosa atropurpurea
L.,
Scabiosa maritima
L.
Smilax aspera L.
- La salsapariglia è una liana mediterranea con affinità subtropicali presente in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige, ma più comune nell'Italia mediterranea. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è molto comune in tutto il territorio. È uno dei più tipici componenti della macchia
mediterranea sempreverde, ove forma spesso degli intrichi impenetrabili. Il rizoma contiene diversi principi attivi; i
getti giovani vengono spesso consumati, previa cottura, come asparagi; le bacche sono tossiche. Il nome generico, che
presso i Greci designava piante molto diverse, nella letteratura latina è stato usato per piante lianose munite di spine; il
nome specifico in latino significa 'ruvido, scabro, pungente' in riferimento alla spinosità della pianta. Forma biologica:
geofita rizomatosa/ fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-novembre.
Smyrnium olusatrum L.
- Il corinoli comune è una pianta bienne a distribuzione mediterraneo-atlantica presente in
quasi tutte le regioni d'Italia (manca in Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige, è di presenza dubbia in Piemonte e appare
in Friuli Venezia Giulia solo come avventizia casuale) , ma comune soltanto al centro-sud. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è alquanto rara, ma localmente più frequente in stazioni del centro e periferiche urbane, mentre poche
sono le stazioni suburbane. Cresce in incolti umidi e ombrosi, nelle siepi, su ruderi e macerie, in genere su suoli
piuttosto freschi, dal livello del mare a 800 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. Sin da tempi antichi la
specie veniva coltivata negli orti a scopo alimentare per il profumo aromatico e intenso di foglie e fusti, che ricorda
quello del sedano; i semi maturi, nonostante il gusto resinoso, venivano macinati per aromatizzare alcune pietanze,
specialmente le carni. Verso il XVI e XVII secolo questa pianta fu sostituita dal sedano da costa e il suo uso fu
ampiamente dimenticato. In alcuni paesi orientali la specie viene ancor oggi coltivata a scopo alimentare (soprattutto i
giovani fusti cotti a vapore, le radici bollite o candite e i fiori fritti). Il nome del genere deriva dal greco 'smyrna' (mirra)
in riferimento all'aroma dei semi, quello specifico deriva dal latino 'olus'(erba) e 'atrum' (scuro, nero), per il colore dei
frutti a maturità. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: gennaio-maggio.
Solanum bonariense L.
- La morella di Buenos Aires è una specie di origine sudamericana introdotta in Europa come
pianta ornamentale e oggi presente come avventizia in Toscana, Lazio, Campania e Sicilia. Nell'area metropolitana di
Roma la specie, aliena casuale, è rarissima e limitata a pochissime stazioni dell'area urbana. Cresce in ambienti
piuttosto disturbati, di solito presso agli abitati, nella fascia mediterranea. La pianta è tossica soprattutto negli organi
giovani, che contengono solanina. Il nome generico deriva dal latino 'solamen' (sollievo), per le presunte proprietà
terapeutiche di alcune specie; il nome specifico si riferisce alla città di Buenos Aires. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: luglio-settembre.
Solanum chenopodioides Lam.
- La morella a foglie di farinello è una specie originaria dell'America Meridionale
(Argentina), oggi diffusa come avventizia anche in Europa, America Settentrionale, Australia e Nuova Zelanda; fu
scoperta per la prima volta in Italia da A. Fiori presso Caserta nel 1939 ed è oggi presente in tutte le regioni dell'Italia
settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e in Emilia-Romagna), e nelle regioni tirreniche della Penisola dalla Toscana
alla Campania. Nell'area metropolitana di Roma la specie, aliena naturalizzata, è molto rara e limitata a pochissime
stazioni site all'interno e al di fuori del raccordo anulare. Cresce in ambienti ruderali, ai margini delle strade, alla base
dei muri, nelle discariche, su suoli piuttosto ricchi in composti azotati, al di sotto della fascia montana inferiore. La
pianta è tossica soprattutto negli organi giovani, che contengono solanina. Il nome generico deriva dal latino 'solamen'
(sollievo), per le presunte proprietà terapeutiche di alcune specie; il nome specifico si riferisce alla vaga somiglianza
delle foglie con quelle di piante del genere
Chenopodium
. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-ottobre.
Solanum dulcamara L.
- La dulcamara è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-temperata presente in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune negli ambienti umidi di tutto il territorio.
Originaria di alvei fluviali (canneti disturbati) è poi passata a vegetazioni ruderali quali margini di boschetti disturbati,
siepi, discariche, coltivi etc., su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi e profondi, ricchi in composti azotati, da neutri a
subacidi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. La pianta è tossica soprattutto negli organi giovani, che
contengono solanina, dulcamarina e solanidina, ma fu per lungo tempo usata a scopo medicinale. Il nome generico
deriva dal latino 'solamen' (sollievo); il nome specifico si riferisce al sapore di tutte le parti della pianta, prima
dolciastro, poi amaro. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Solanum linnaeanum Hepper & P.-M.L. Jaeger
- Il pomo di Sodoma è una specie di origine sudafricana introdotta
in Europa alla fine del '700 e oggi presente come avventizia in Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana e in tutte le
regioni dell'Italia meridionale e insulare, ma più frequente nell'Italia mediterranea. Nell'area metropolitana di Roma la
specie, aliena casuale, è rarissima. Cresce in ambienti disturbati piuttosto aridi, nelle siepi, negli incolti, presso le