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Dianthus sylvestris Wulfen subsp. sylvestris
Il garofanino dei boschi appartiene a un complesso di sottospecie diffuso sul-
le montagne circostanti il Mediterraneo, presente in tutte le regioni d’Italia;
la sottospecie tipica è più frequente lungo le Alpi e gli Appennini con le sta-
zioni più meridionali in Campania. La distribuzione regionale copre tutte le
aree montuose del Friuli e si estende all'alta pianura friulana occidentale, con
alcune stazioni sparse lungo il corso dell'Isonzo; nell'area di studio la specie è
piuttosto rara e più frequente sui massicci calcarei più alti, come il M. Tiarfin,
dove raggiunge i 2300 m. Cresce in prati aridi e in ambienti rupestri, con
optimum su substrati calcarei, dal livello del mare alla fascia alpina. Il nome
generico deriva dal greco 'Theòs' (Dio, Giove) e 'anthos' (fiore) e significa
dunque 'fiore di Giove'; il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), potrebbe
trarre in inganno in quanto la specie non cresce nei boschi. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Pianta alta meno di 2 dm, formante cuscinetti compatti
Silene acaulis (L.) Jacq. subsp. acaulis
La silene acaule, o pan di marmotta, è una specie a vasta distribuzione cir-
cum-artico-alpina presente con tre sottospecie lungo tutto l'arco alpino e
sull'Appennino centro-settentrionale. La distribuzione regionale è centrata
sulla porzione più occidentale delle Alpi e Prealpi Carniche, con poche sta-
zioni isolate nelle Alpi Giulie; nell'area di studio la specie è piuttosto comune
su substrati calcarei a quote alte, come sul M. Tinisa, sul M. Clapsavon e sul
M. Tiarfin. Cresce su rupi, ghiaioni, macereti, detriti, in luoghi aperti e so-
leggiati, su suoli molto ricchi in scheletro calcareo o dolomitico, dalla fascia
subalpina a quella alpina (raramente anche più in basso lungo i ghiaioni). Il
nome generico deriva forse da Sileno, il panciuto accompagnatore di Bacco,
e allude al calice rigonfio di alcune specie; quello specifico in greco significa
'priva di fusto'. Forma biologica: camefita pulvinata. Periodo di fioritura:
maggio-agosto.
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Piante alte più di 2 dm, non formanti cuscinetti
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Fiori solitari. Sepali più lunghi dei petali
Agrostemma githago L.
Il gittaione comune è una pianta annua originaria delle steppe aralo-caspiche,
da cui si è diffusa in epoca preistorica seguendo le coltivazioni di cereali (arche-
ofita); attualmente è presente in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale
e Nord America, dove è stato introdotta con le sementi provenienti dal Vecchio
Mondo. È presente, ma ormai molto rara, su tutto il territorio italiano, dalla
pianura ai fondovalle alpini. La distribuzione regionale è limitata a pochissime
località recenti, tra cui una presso Sauris di Sotto a 1200 m. È un'infestante nei
campi di grano e di altri cereali, su suoli argillosi e ricchi di elementi nutritivi;
negli ultimi decenni è in fortissimo regresso quasi ovunque a causa delle mo-
derne tecniche colturali. I semi contengono saponine velenose (gitagina, gita-
genina), che la rendevano temuta dai contadini in quanto venivano macinati
nelle farine assieme quelli dei cereali, causando gravi avvelenamenti noti con
il nome di 'gitagismo' (nausee, vomito, cefalea, febbre, contrazioni muscolari,
delirio). ll nome generico deriva dal greco 'agros' (campo) e 'stemma' (corona),
ossia 'corona dei campi', mentre quello specifico, di antico uso popolare ('git-
taione'), è di origine incerta. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Fiori non solitari. Sepali più brevi dei petali
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Petali debolmente bilobati all'apice. Stili 2 (lente!)
Saponaria officinalis L.
La saponaria comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-sudeuro-
pea presente in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si estende
dalla costa ai fondovalle del settore alpino; nell'area di studio la specie è
poco frequente e confinata presso gli abitati a quote basse, come nei dintorni
di Ampezzo. Originariamente legata ai greti torrentizi delle pianure si è poi
trasferita in ambienti ruderali come margini stradali, discariche, marciapiedi
ecc., su suoli ghiaioso-sabbiosi più o meno calcarei, da neutri a subacidi, piut-
tosto ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La
pianta contiene saponine, soprattutto nelle radici, ed è tossica se consumata
in grandi quantità; un tempo veniva usata per lavare la lana. Il nome generico
allude all’alta concentrazione di saponine, il nome specifico deriva dal latino
'officina' (officina, farmacia) e si riferisce all’uso a scopo medicinale. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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