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1287
Stilo lungo 2-3 mm. Corolla larga più di 8 mm. Capsula con insenatura ad angolo retto od ottuso
Veronica persica Poir.
La veronica della Persia è una pianta annua proveniente dall'Asia occiden-
tale, oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. La
distribuzione regionale copre l’intero territorio, dalle coste ai fondovalle del
settore alpino; nell'area di studio la specie è abbastanza comune solo presso
gli abitati, da Ampezzo a Sauris di Sopra. Cresce nei coltivi, soprattutto nei
vigneti, ma anche in discariche, margini stradali, aiuole, giardini, vialetti in-
ghiaiati, su suoli argillosi poco umiferi, freschi, ricchi in calcio e in composti
azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome generico è
di etimologia molto incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda della Ve-
ronica, la donna che pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima della
crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto caduca di
alcune specie o al fatto che molte specie fioriscono precocemente, durante la
settimana santa, altri invece pensano che sia legato a legato a Santa Veronica
da Binasco (1445-1497); il nome specifico indica uno dei paesi d’origine,
la Persia. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-
dicembre.
1287
Stilo lungo meno di 2 mm. Corolla larga meno di 8 mm. Capsula con insenatura acuta
Veronica agrestis L.
La veronica agreste è una pianta annua a distribuzione prevalentemente eu-
ropea presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Val d'Aosta, Sardegna,
Umbria e le estreme regioni meridionali della Penisola. La distribuzione re-
gionale comprende diverse stazioni sparse nel settore montuoso del Friuli,
più alcune stazioni di pianura, alcune delle quali non confermate di recente;
nell'area di studio la specie si concentra presso gli abitati. Cresce nei campi
e negli orti, soprattutto su suoli poveri di calcio, in ambienti piuttosto freddi
ed umidi, con optimum nelle fasce collinare e montana inferiore. Il nome
generico è di etimologia molto incerta: secondo alcuni deriva dalla leggenda
della Veronica, la donna che pulì il volto di Cristo con un fazzoletto prima
della crocifissione, alludendo alle venature più scure nella corolla presto ca-
duca di alcune specie o al fatto che molte specie fioriscono precocemente,
durante la settimana santa, altri invece pensano che sia legato a legato a Santa
Veronica da Binasco (1445-1497); il nome specifico significa 'dei campi'. For-
ma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.
1288
Petali 6
1289
1288
Petali 5
1293
1289
Fiori gialli o arancioni, più lunghi di 4 cm
1290
1289
Fiori bianchi o biancastri, più brevi di 4 cm
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1290
Petali gialli
Hemerocallis lilioasphodelus L.
Il falso giglio dorato è una specie endemica delle Alpi centro-orientali, pro-
babilmente un relitto preglaciale, in Italia presente dal Piemonte nordorien-
tale al Friuli. La distribuzione regionale, con diverse lacune, si estende dalle
coste friulane ai fondovalle delle Alpi; la specie manca nel Carso triestino,
nelle Alpi Carniche nordoccidentali e in buona parte dell’alta pianura friu-
lana; nell'area di studio è rara e confinata ai fondovalle; la pianta è protetta
(D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74). Cresce in ambienti ombrosi e umidi, in forre
e boscaglie rupestri, ai bordi di aree palustri, presso le risorgive, di solito su
substrati calcarei, dalle pianure (ove la specie è rara e ha carattere relitto) alla
fascia montana inferiore. Le foglie, consumate in grande quantità sembra-
no avere proprietà allucinogene. Il nome generico deriva dal greco 'heméra'
(giorno) e 'kallos' (bellezza) e significa 'bella per un solo giorno', alludendo
alla durata effimera della fioritura; il nome specifico si riferisce al fatto che
la pianta ricorda il giglio (nell'aspetto del fiore) e l'asfodelo (nel fusto e nel
portamento). Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
1290
Petali arancioni
1...,431,432,433,434,435,436,437,438,439,440 442,443,444,445,446,447,448,449,450,451,...508