440
1309
Pianta spesso più alta di 1.5 m. Frutto carnoso
Atropa bella-donna L.
La belladonna è una pianta eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia.
La distribuzione regionale è di tipo alpico-carsico, concentrata nella fascia
montana; nell'area di studio la specie è molto rara. Cresce nelle radure di
querceti mesofili e delle faggete, su suoli limoso-argillosi freschi e profondi,
da neutri a subacidi; appare sporadicamente anche altrove per opera degli
uccelli. La pianta contiene alcaloidi fortemente tossici, tra cui josciamina,
atropina e scopolamina. Il nome generico deriva da Atropos, una delle tre
Parche che recidevano il filo della vita, per la forte velenosità della pianta;
il nome specifico si riferisce all'uso rinascimentale da parte delle donne per
l'allargamento delle pupille a scopo cosmetico (midriasi). Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
1309
Piante solitamente più basse di 1.5 m. Frutto secco
1310
1310
Corolla non a forma di campanella. Frutto diverso da una capsula
1311
1310
Corolla a forma di campanella. Frutto a capsula
1316
1311
Fiori piccoli, non più larghi di 9 mm, con fauce gialla
1312
1311
Fiori grandi, più larghi di 1 cm, con fauce non gialla
1314
1312
Corolla larga 3-4 mm. Pianta annua
Myosotis arvensis (L.) Hill subsp. arvensis
Il nontiscordardimè dei campi è una specie a vasta distribuzione eurasiatica
presente in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si estende dalle
coste ai fondovalle del settore alpino, Carso incluso; nell’area di studio la
specie è molto rara. Cresce in vegetazioni disturbate: coltivi, aiuole, scarpate,
su suoli argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi e composti azotati, dal livello
del mare alla fascia montana (a volte anche più in alto, sino a più di 2000 m).
Il nome generico deriva dal greco 'mys-myos' (topo) e 'ous-otos' (orecchio),
per la forma delle foglie; il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'.
Quello volgare 'nontiscordardimé' risale almeno al XV secolo e ricorda la
tradizione per cui gli amanti si scambiavano un mazzolino di fiori prima di
separarsi; il nome specifico in latino significa ‘dei campi arati’. Forma biolo-
gica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
1312
Corolla larga 5-9 mm. Piante perenni
1313
1313
Calice alla fruttificazione con base conica, mai caduco. Semi ottusi all'apice, inseriti su una superficie
ellittica, con pieghe sui lati (lente!)
Myosotis alpestris F.W. Schmidt
Il nontiscordardimé delle Alpi è una specie delle montagne dell'Europa
meridionale presente lungo tutto l'arco alpino (ove è più comune) e sugli
Appennini sino alle montagne della Calabria. La distribuzione regionale si
estende su quasi tutte le aree montuose del Friuli, salvo che nella porzione
più meridionale delle Prealpi Giulie; nell'area di studio la specie è confinata
ai massicci calcarei più alti, come sul M. Tiarfin a 2000 m e sul M. Clapsavon
tra 2000 e 2200 m. Cresce in pascoli alpini, vallette nivali, ambienti rupestri,
formazioni a
Carex firma
, con optimum nelle fasce subalpina e alpina. Il nome
generico deriva dal greco 'mys-myos' (topo) e 'ous-otos' (orecchio), per la
forma delle foglie; quello volgare 'nontiscordardimé' risale almeno al XV
secolo e ricorda la tradizione per cui gli amanti si scambiavano un mazzolino
di fiori prima di separarsi. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo
di fioritura: luglio-agosto.
1313
Calice alla fruttificazione con base arrotondata, spesso caduco. Semi acuti all'apice, inseriti su una superficie
piccola, irregolarmente renifome, senza pieghe sui lati
1...,438,439,440,441,442,443,444,445,446,447 449,450,451,452,453,454,455,456,457,458,...508