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Chamaemelum fuscatum (Brot.) Vasc.
- La falsa camomilla precoce è una pianta annua a distribuzione mediterranea
con baricentro occidentale presente in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna e Sicilia. Nell'area
metropolitana di Roma la specie non è molto comune, nelle coltivazioni. Cresce nei prati e negli incolti umidi, oppure
presso stagni effimeri, soprattutto presso le coste, dal livello del mare a 600 m circa. Il nome generico deriva dal greco
'khamái' (a terra, basso, strisciante) e 'melon' (pomo). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: novembre-
giugno. Syn.:
Anthemis fuscata
Brot.,
Anthemis praecox
Link
Chamaemelum nobile (L.) All.
- La camomilla romana è una specie originaria dell' Africa settentrionale e della
Regione Macaronesica, da noi coltivata come pianta medicinale sin da tempi antichi e oggi presente come avventizia in
alcune regioni d'Italia (Lombardia, Lazio, Puglia, da lungo tempo non più osservata nelle Marche e in Campania).
Nell'area metropolitana di Roma la specie non è comune, negli incolti. Cresce in ambienti disturbati presso gli orti e i
giardini, con optimum nella fascia mediterranea. La pianta è ancor oggi utilizzata a scopo medicinale, come la vera
camomilla. Il nome generico deriva dal greco 'khamái' (a terra, basso, strisciante) e 'melon' (mela), per l'odore emanato
dalla pianta, vagamente simile a quello delle mele; da esso deriva l'italiano 'camomilla'; il nome specifico, che ha il
significato di a riferimento 'famoso, rinomato, eccellente', si riferisce alle proprietà medicamentose. Il nome 'camomilla
romana' risale alla seconda metà del '500, quando il monaco Joachim Camerarius (1500-1574) individuò nella
campagna romana questa specie, sfuggita sicuramente alla coltivazione. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: luglio-settembre.
Chamaerops humilis L.
- La palma nana è l'unica palma spontanea in Italia. In natura cresce nella macchia
mediterranea, e in Italia è diffusa soprattutto lungo le coste tirreniche, mentre altrove viene spesso coltivata a scopo
ornamentale. Nell'area metropolitana di Roma la specie è frequentemente coltivata nei giardini, ed è in via di
naturalizzazione soprattutto nei boschi aridi del litorale. Gli esemplari dell'Orto Botanico di Padova, che raggiungono
dimensioni ragguardevoli, sembra siano stati piantati nel 1585 e vengono chiamati anche 'palma di Goethe', in quanto
furono citati dal grande scrittore tedesco nella sua importante opera dedicata alla metamorfosi delle piante. Il nome
generico deriva dal greco 'khamai' (piccolo) e 'rhops' (arbusto, cespuglio), alludendo alle piccole dimensioni della
pianta negli ambienti naturali; il nome specifico ha lo stesso significato. Forma biologica: fanerofita scaposa/
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Chamaesyce canescens (L.) Prokh. subsp. canescens
- L'euforbia fico-per-terra, o erba pondina, è una pianta annua a
distribuzione eurimediterranea presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Trentino-Alto
Adige. La sottospecie nominale sembra mancare in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche,
Abruzzo e Molise; la subsp.
massiliensis
è nota solo per il Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e
Abruzzo (da lungo tempo non più ritrovata in Toscana). Nell'area metropolitana di Roma la specie è abbastanza
comune su terra di riporto. Cresce in ambienti incolti calpestati, lungo le vie e sui marciapiedi, a volte nelle fessure dei
lastricati, al di sotto della fascia montana inferiore. La pianta è fortemente tossica, il latice è irritante e può scatenare
reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva dal greco 'khamái' (a terra, basso) e 'syce' (fico), alludendo al
portamento prostrato della maggior parte delle specie e al fatto che, come il fico, tutte contengono un latice bianco; il
nome specifico in latino significa 'canuta'. Forma biologica: terofita reptante. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
Chamaesyce humifusa (Willd. ex Schlecht.) Prokh.
- L'euforbia atterrata è una pianta annua di origine asiatica, in
Italia presente come avventizia in tutte le regioni salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie
è rarissima, si rinviene a Castelporziano. Cresce in ambienti calpestati, spesso germinando nelle fessure dei selciati,
lungo le vie, sulle massicciate ferroviarie, al di sotto della fascia montana inferiore. La pianta è fortemente tossica, il
latice è irritante e può scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva dal greco 'khamái' (a terra, basso) e
'syce' (fico), alludendo al portamento prostrato della maggior parte delle specie e al fatto che, come il fico, tutte
contengono un latice bianco; il nome specifico in latino significa 'prostrata a terra', alludendo al caratteristico
portamento dei fusti. Forma
Chamaesyce maculata (L.) Small
- L'euforbia macchiata è una pianta annua di origine nordamericana oggi divenuta
subcosmopolita, presente come avventizia in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto
comune, soprattutto nelle coltivazioni e negli ambienti calpestati. Cresce in vegetazioni ruderali e segetali lacunose,
soprattutto nelle fessure di lastricati, parcheggi e marciapiedi, su suoli di preferenza sabbiosi, dal livello del mare a 600
m circa. La pianta è fortemente tossica, il latice è irritante e può scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico
deriva dal greco 'khamái' (a terra, basso) e 'syce' (fico), alludendo al portamento prostrato della maggior parte delle
specie e al fatto che, come il fico, tutte contengono un latice bianco; il nome specifico si riferisce alla macchia rossa che
spesso è presente al centro delle foglie. Forma biologica: terofita reptante. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
Chamaesyce nutans (Lag.) Small
- L'euforbia delle ferrovie è una pianta annua di origine nordamericana presente
come avventizia in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Sardegna e nelle estreme regioni peninsulari.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara. Cresce in ambienti disturbati, negli incolti, lungo le massicciate
ferroviarie e le vie, spesso in ambienti fortemente antropizzati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. La
pianta è fortemente tossica, il latice è irritante e può scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva dal greco
'khamái' (a terra, basso) e 'syce' (fico), alludendo al portamento prostrato della maggior parte delle specie e al fatto che,