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Toscana e in Sardegna (come avventizia anche in Lazio). Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima, si
rinviene solo nelle garighe a Monte Mario, forse naturalizzata. Cresce in macchie, garighe e cespuglieti, in luoghi aridi
e assolati, su substrati prevalentemente calcarei, con optimum nella fascia mediterranea (in Sardegna sino a 1300 m
circa). Il nome generico, dal greco 'kìsthos' (capsula, cesta), allude forse alla forma del frutto e appare già in Dioscoride
per designare una pianta da cui si estraeva una sostanza resinosa (ladano) usata come incenso; il nome specifico si
riferisce alla pelosità grigio-biancastra della pianta. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
Cistus creticus L. subsp. eriocephalus (Viv.) Greuter & Burdet
- Il cisto rosso è una specie a distribuzione
strettamente mediterranea, in Italia presente in tutte le regioni a sud del Po e nel Veneto. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è comune sul litorale, nelle macchie, nelle pinete e nelle garighe. In natura cresce in garighe
mediterranee su substrati silicei, più raramente su calcare, dal livello del mare a 800 m circa, ma la specie è spesso
coltivata anche a scopo ornamentale, soprattutto nell'Italia mediterranea. La germinazione dei semi dopo il passaggio
del fuoco aumenta considerevolmente, un adattamento che permette a questa pianta di colonizzare vaste aree colpite da
incendi. Il nome generico, dal greco 'kìsthos' (capsula, cesta), allude forse alla forma del frutto ed appare già in
Dioscoride per designare una pianta da cui si estraeva una sostanza resinosa (ladano) usata come incenso; il nome
specifico si riferisce all'isola di Creta, ove la specie è presente, quello della sottospecie deriva dal greco e significa 'con
testa lanosa'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Cistus monspeliensis L.
- Il cisto di Montpellier è una specie a distribuzione stemnomediterraneo-macaronesica
presente in Liguria e in tutte le regioni dell'Italia centrale e meridionale salvo che nelle Marche e in Umbria. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rara, sul litorale, nelle macchie con substrato acido. Cresce sia su substrati calcarei
che su substrati silicei (con optimum su questi ultimi), in macchie e garighe mediterranee, formando dense popolazioni
soprattutto in aree soggette a ripetuti incendi. Il nome generico, dal greco 'kìsthos' (capsula, cesta), allude forse alla
forma del frutto e appare già in Dioscoride per designare una pianta da cui si estraeva una sostanza resinosa (ladano)
usata come incenso; il nome specifico si riferisce alla città di Montpellier, nei cui dintorni la specie è presente. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Cistus salviifolius L.
- Il cisto a foglie di salvia è un arbusto mediterraneo presente in tutte le regioni d'Italia salvo che
in Valle d'Aosta e in Trentino-Alto Adige, ma più frequente nell'Italia mediterranea. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è comune nelle garighe. Cresce in garighe o in boschi molto aperti su substrati silicei, ove è a volte dominante,
con optimum nella fascia mediterranea. La germinazione dei semi dopo il passaggio del fuoco aumenta di 10 volte, un
adattamento che permette a questa pianta di colonizzare vaste aree colpite da incendi. Il nome generico, dal greco
'kìsthos' (capsula, cesta), allude forse alla forma del frutto ed appare già in Dioscoride per designare una pianta da cui si
estraeva una sostanza resinosa (ladano) usata come incenso; il nome si riferisce alle foglie simili a quelle della salvia da
cucina. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Citrullus lanatus (Thunb.) Matsum. & Nakai
- L'anguria, o cocomero, è una pianta annua originaria dell'Africa
meridionale (probabilmente della Namibia), coltivata sin da tempi molto antichi per il frutto commestibile e ricco
d'acqua (era ben nota agli Egizi a partire almeno dal secondo millennio a.C.). La coltivazione fu introdotta in Cina nel
VII secolo e in India entro il X secolo; la specie fu introdotta in Europa dalle invasioni arabe: si ha notizia della
coltivazione a Cordova nel 961 e a Siviglia 1158. Oggi la specie è ampiamente coltivata in tutti i Paesi del mondo con
clima sufficientemente caldo in più di 1.o00 cultivar (il primo produttore mondiale è la Cina). Nell'area metropolitana
di Roma la specie è coltivata e abbastanza comunemente spontaneizzata. Il nome 'cocomero', prevalente in Italia
centrale, deriva dal latino
cucumis
(cetriolo), mentre il termine 'mellone d'acqua', diffuso in Italia meridionale, distingue
questa pianta dal 'mellone di pane' (
Cucumis melo
); il nome 'anguria', comune in Italia settentrionale, deriva dal greco
tardo 'angurion' (cetriolo) ed entra nel lessico della lingua italiana in epoca bizantina attraverso l'Esarcato di Ravenna. Il
nome del genere deriva dal latino da 'cítrius' (cetriolo), quello specifico si riferisce alla densa pelosità delle parti giovani
della pianta. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Cladanthus mixtus (L.) Chevall.
- La camomilla bicolore è una pianta annua a distribuzione strettamente
mediterranea con baricentro occidentale presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Lombardia e
nelle Regioni del Triveneto (di dubbia presenza nelle Marche), ma più frequente nell'Italia mediterranea. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è comune negli incolti. Cresce nei pascoli e negli incolti, soprattutto in ambienti
sabbiosi presso il mare, più raramente anche all'interno sino a 1300 m circa. La specie produce diversi olii essenziali
che le donano un odore piuttosto sgradevole e che a volte sono utilizzati nella medicina popolare. Il nome generico, che
deriva dal greco 'kládos' (ramo) e 'ánthos' (fiore) significa 'ramo fiorito': il nome specifico si riferisce al colore misto dei
fiori ligulati, che sono bianchi con base gialla. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-
settembre. Syn.:
Anthemis mixta
L.
Clematis flammula L.
- La vitalba fiammella è una liana prevalentemente mediterranea, presente in tutte le regioni
d'Italia tranne che in Valle d'Aosta, Piemonte e Trentino-Alto Adige. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
comune nelle boscaglie e nelle macchie. Cresce in macchie, garighe, leccete e siepi in ambienti caldi e soleggiati, con
optimum nella fascia mediterranea. La pianta è tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina; tuttavia i
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