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del mare alla fascia montana inferiore. Le specie di questo genere hanno foglie ridotte a squame e sono prive di
clorofilla; i sottili fusti filiformi si attorcigliano attorno alle piante ospiti perdendo il contatto con il terreno per nutrirsi
esclusivamente della linfa dell'ospite tramite austori che penetrano nei fusti. Le cuscute possono anche divenire vettore
di fitoplasmi verso la pianta ospite. Sembra che almeno alcune specie siano in grado di riconoscere le piante ospiti
tramite sostanze volatili da esse rilasciate. Molti paesi hanno leggi che vietano l'importazione di semi di cuscuta
assieme a quelli delle piante coltivate. Il nome generico è di derivazione araba ('kúshuth'); quello specifico deriva dal
greco e significa 'sul timo' in riferimento a una delle piante ospiti; il nome volgare, 'pittimo', designa una donna
particolarmente asfissiante ('pittima'). Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
Cuscuta europaea L.
- La cuscuta europea è una pianta annua a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie non è comune, negli incolti. Vive come parassita di diverse
piante (luppolo, ortica, sambuco etc.) in vegetazioni erbacee aperte, nei prati e negli incolti, dal livello del mare a 1800
m circa. Le specie di questo genere hanno foglie ridotte a squame e sono prive di clorofilla; i sottili fusti filiformi si
attorcigliano attorno alle piante ospiti perdendo il contatto con il terreno per nutrirsi esclusivamente della linfa
dell'ospite tramite austori che penetrano nei fusti. Le cuscute possono anche divenire vettore di fitoplasmi verso la
pianta ospite. Sembra che almeno alcune specie siano in grado di riconoscere le piante ospiti tramite sostanze volatili da
esse rilasciate. Molti paesi hanno leggi che vietano l'importazione di semi di cuscuta assieme a quelli delle piante
coltivate. Il nome generico è di derivazione araba (' kúshuth'). Il nome volgare, 'pittimo' designa una donna
particolarmente asfissiante ('pittima'). Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
Cuscuta planiflora Ten.
- La cuscuta a fiore bianco è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in
molte regioni d'Italia (manca in Valle d'Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, nelle Marche e in Puglia ed è di dubbia
presenza in Piemonte, Trentino-Alto Adige e Umbria), ma più comune nelle regioni occidentali e meridionali. Nell'area
metropolitana di Roma la specie non è comune, nei prati aridi. Vive come parassita di diverse piante erbacee o
suffruticose, dal livello del mare a 1000 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. Le specie di questo genere
hanno foglie ridotte a squame e sono prive di clorofilla; i sottili fusti filiformi si attorcigliano attorno alle piante ospiti
perdendo il contatto con il terreno per nutrirsi esclusivamente della linfa dell'ospite tramite austori che penetrano nei
fusti. Le cuscute possono anche divenire vettore di fitoplasmi verso la pianta ospite. Sembra che almeno alcune specie
siano in grado di riconoscere le piante ospiti tramite sostanze volatili da esse rilasciate. Molti paesi hanno leggi che
vietano l'importazione di semi di cuscuta assieme a quelli delle piante coltivate. Il nome generico è di derivazione araba
('kúshuth'), quello specifico si riferisce alla forma appiattita dei fiori; il nome volgare, 'pittimo' designa una donna
particolarmente asfissiante ('pittima'). Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Cuscuta scandens Brot.
- La cuscuta di Tineo è una specie a vasta distribuzione paleo-subtropicale la cui distribuzione
in Italia è ancora poco nota: è stata segnalata per diverse regioni italiane, dal Veneto alla Sicilia. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è comunissima negli incolti. Vive come parassita su diverse piante, al di sotto della
fascia montana inferiore. Le specie di questo genere hanno foglie ridotte a squame e sono prive di clorofilla; i sottili
fusti filiformi si attorcigliano attorno alle piante ospiti perdendo il contatto con il terreno per nutrirsi esclusivamente
della linfa dell'ospite tramite austori che penetrano nei fusti. Le cuscute possono anche divenire vettore di fitoplasmi
verso la pianta ospite. Sembra che almeno alcune specie siano in grado di riconoscere le piante ospiti tramite sostanze
volatili da esse rilasciate. Molti paesi hanno leggi che vietano l'importazione di semi di cuscuta assieme a quelli delle
piante coltivate. Il nome generico è di derivazione araba (' kúshuth'). Forma biologica: terofita parassita. Periodo di
fioritura: maggio-settembre.
Cutandia divaricata (Desf.) Barbey
- Il logliarello divaricato è una pianta annua a distribuzione strettamente
mediterranea con baricentro sud-occidentale, presente in Lazio, Sicilia e Sardegna (da lungo tempo non più osservata il
Liguria, Abruzzo e Campania). Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara, sulle sabbie del litorale. Cresce in
stazioni aride presso il mare, su suoli sabbiosi, più raramente anche all'interno, sino a 500 m circa. Il genere è dedicato
al botanico spagnolo V. Cutanda (1804-1865); il nome specifico si riferisce alle spighette divaricate dal fusto, con fiori
spaziati. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Cutandia maritima (L.) Barbey
- Il logliarello delle spiagge è una pianta annua a distribuzione strettamente
mediterranea presente lungo le coste di tutte le regioni italiane affacciate sul mare salvo che in Friuli Venezia Giulia e
in Emilia-Romagna, ma più frequente nell'Italia mediterranea. Nell'area metropolitana di Roma la specie è abbastanza
comune sulle sabbie del litorale. Cresce come pioniera sulle dune marittime, nelle associazioni dominate da
Ammophila
. Il genere è dedicato al botanico spagnolo V. Cutanda (1804-1865); il nome specifico si riferisce all'habitat.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Cyanus segetum Hill
- Il fiordaliso vero è una pianta annua a distribuzione mediterraneo-orientale poi divenuta
subcosmopolita, diffusasi in Europa a partire dal Neolitico come commensale nelle colture di cereali e un tempo
comune in tutta Italia, ma ormai in fortissimo regresso a causa della selezione delle sementi e all'uso di diserbanti.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara, nelle coltivazioni con uso non intensivo di erbicidi. Oggi è relegata a
stazioni ruderali, su suoli da sabbiosi a limosi, decalcificati, aridi d'estate, al di sotto della fascia montana. Dai fiori si
estrae un colorante utilizzato sia in pasticceria che (in passato) dai miniaturisti per ottenere colori dal violetto
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