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la pimpinella' (dove 'pimpinella' era l'antico nome volgare di questa pianta). Il nome specifico deriva dall'antico e
ingiustificato uso di
Sanguisorba officinalis
, indotto dal colore rosso dei fiori, per curare ferite sanguinanti. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto. Syn.:
Sanguisorba minor
Scop. subsp.
balearica
(Bourg. ex Nyman) Muñoz Garm. & C. Navarro
Prasium majus L.
- Il the siciliano è un arbusto a distribuzione stenomediterraneo-macaronesica presente in Toscana,
in Lazio e in tutte le regioni dell'Italia meridionale e insulare (di dubbia presenza in Molise). Nell'area metropolitana di
Roma la specie è piuttosto rara, con scarsa presenza nel centro urbano, e più frequente nelle località del litorale. Cresce
in garighe e macchie basse, soprattutto presso il mare, su suoli piuttosto freschi almeno in inverno e primavera, su
substrati sia silicei sia calcarei, nella fascia mediterranea. La pianta è ricca di olii essenziali. Il nome generico è di
etimologia incerta: fu usato da Plinio per un'erba, mentre il nome greco 'prasion' fu impiegato da Teofrasto per una
specie di
Marrubium
; il nome specifico si riferisce alle grandi dimensioni della pianta. Forma biologica: camefita
fruticosa/ nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris
- La primula comune è una specie a distribuzione submediterranea presente
in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara e localizzata nelle stazioni suburbane
orientali. Cresce in boschi maturi di querce e carpino bianco, più raramente nelle faggete termofile, sia su calcari che su
arenarie, su suoli argillosi abbastanza profondi e umiferi, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana
inferiore. La pianta, soprattutto nelle radici, contiene saponine; le foglie e i fiori sono commestibili. Il nome generico è
il diminutivo del termine latino 'prímus' (primo) per la precoce fioritura, quello specifico deriva dal latino 'vúlgus'
(volgo) e significa 'comune', 'diffusa', 'frequente'. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: febbraio-
marzo.
Prospero autumnalis (L.) Speta subsp. autumnalis
- La scilla autunnale è una specie a distribuzione mediterraneo-
orientale presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta (e forse in Piemonte). Nell'area metropolitana di
Roma la specie è poco comune, ma presente sia nei siti archeologici della città, sia nelle località suburbane in aree
protette. Cresce in prati aridi su suoli calcarei spesso decalcificati e quindi subneutri, non molto profondi, ricchi in
scheletro e aridi d'estate, al di sotto della fascia montana. La pianta, soprattutto nei bulbi, contiene sostanze tossiche. Il
nome generico deriva dal greco 'prós' (vicina) e 'peráo' (io passo) probabilmente intendendo che il genere si avvicina a
Scilla
da cui fu segregato; il nome specifico si riferisce al periodo di fioritura. Forma biologica: geofita bulbosa.
Periodo di fioritura: agosto-settembre. Syn.:
Scilla autumnalis
L.
Prunella laciniata (L.) L.
- La prunella gialla è una specie a distribuzione sudest-europea presente in tutte le regioni
d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è piuttosto comune in tutto il territorio. Cresce in prati aridi e ai
margini dei boschi di latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi abbastanza profondi, piuttosto ricchi in carbonati ma
subacidi, dal livello del mare a 1400 m circa. L'etimologia del nome generico è incerta: alcuni la fanno derivare da
un'antica voce tedesca 'Breune' o 'Braune' (angina o tonsillite) altri da 'bruno' per il colore bruniccio dei fiori quando
l'infiorescenza appassisce; il nome specifico si riferisce alle foglie profondamente divise in lacinie lunghe e strette.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-agosto.
Prunella vulgaris L. subsp. vulgaris
- La prunella (o morella) comune è una specie a distribuzione originariamente
eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie
è comune in tutto il territorio, ma più frequente nelle stazioni urbane periferiche occidentali e nel settore suburbano.
Cresce nei prati pingui e in vegetazioni disturbate di parchi, giardini e aiuole, su suoli limoso-argillosi freschi e umiferi,
ricchi in composti azotati, subneutri, dal livello del mare a 2000 m circa. La pianta ha diverse proprietà medicinali e i
getti giovani si possono consumare in insalata. L'etimologia del nome generico è incerta: alcuni la fanno derivare da
un'antica voce tedesca 'Breune' o 'Braune' (angina o tonsillite) altri da 'bruno' per il colore bruniccio dei fiori quando
l'infiorescenza appassisce; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
Prunus armeniaca L.
- L'albicocco, originario dell'Asia centrale, è coltivato in Cina da più di 4000 anni; venne diffuso
quindi alla Persia e Armenia e poi importato durante l'Impero Romano in Grecia ed Italia. Nell'area metropolitana di
Roma la specie, aliena casuale, è molto rara e limitata al settore urbano. Viene coltivato come pianta da frutto in tutta
Italia, dal livello del mare ai 1000 m circa, ed è segnalato come specie avventizia in molte regioni d'Italia. I frutti
possono essere consumati freschi o secchi e utilizzati per fare marmellate e succhi di frutta. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco 'prunon', che significa 'prugna'); quello specifico si
riferisce al fatto che Dioscoride lo riteneva originario dall'Armenia. Il nome comune sembra derivare dal latino
'praecoquus' (primaticcio). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo (in Sicilia anche gennaio)-
maggio.
Prunus avium L. subsp. avium
- Il ciliegio è un albero deciduo oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in
diverse varietà; l'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal Caucaso ai Balcani; secondo alcuni autori che
si rifacevano agli scritti di Plinio, l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'Asia occidentale; tuttavia, i
semi sono stati trovati in depositi archeologici presso insediamenti dell'età del bronzo antico in tutta Europa, compresa
la Gran Bretagna, oppure presso Desenzano del Garda e Lonato. Allo stato coltivato il ciliegio è comune in tutta Italia
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