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Pinus pinaster Aiton subsp. pinaster
- Il pino marittimo è un albero mediterraneo a gravitazione occidentale, in Italia
sicuramente spontaneo in Liguria, Toscana, Lazio, Sicilia e Sardegna, introdotto altrove per rimboschimenti e a scopo
ornamentale. Nell'area metropolitana di Roma la specie, introdotta o naturalizzata, è poco comune in tutto il territorio,
anche se più frequente nella zona litoranea. Ha l'optimum presso le coste su substrati silicei ma può crescere anche in
ambienti collinari a clima mite. Il pino marittimo è importante nei rimboschimenti delle sabbie e delle dune litoranee;
resiste alla salsedine, per cui può formare fasce di protezione lungo le coste. Il legno è tenero, con alburno chiaro e
durame rossastro, molto resinoso, usato per imballaggi e pasta di carta. Questa è una delle migliori essenze per ricavare
resina e trementina. Il nome generico è quello usato dai Romani per indicare il pino mediterraneo, e deriva dal latino
'pix, picis' (pece, resina, essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen' (testa) per la
forma della chioma degli alberi; il nome specifico, già in uso presso i Romani, si riflette anche in uno dei nomi italiani
(pinastro). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
Pinus pinea L.
- Il pino domestico è un albero originario delle regioni mediterranee dell'Europa meridionale e delle
coste dell'Asia Minore, presente in quasi tutte le regioni d'Italia ma di dubbio indigenato. Nell'area metropolitana di
Roma la specie, introdotta o naturalizzata, è poco comune, ma più frequente nella zona litoranea. Insieme a
P. pinaster
è una specie litoranea tipica delle zone costiere mediterranee. Viene coltivato per il suo seme commestibile (i pinoli) e
per rimboschire le pinete delle zone litoranee. Il pino domestico è rustico e si adatta bene anche a substrati poveri, ma è
sensibile all'inquinamento che provoca arrossamento e necrotizzazione delle parti terminali degli aghi. Il nome generico
è quello usato dai Romani per indicare il pino mediterraneo, e deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato della
pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen' (testa) per la forma della chioma degli alberi; il nome
specifico si riferisce alla parte commestibile dei semi, i pinoli. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
Piptatherum miliaceum (L.) Coss. subsp. miliaceum
- Il miglio multifloro è una specie a distribuzione
stenomediterraneo-turanica presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta,
Piemonte ed Emilia-Romagna. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie è comune in tutto il territorio.
Cresce in pendii umidi e ombrosi, lungo gli alvei fluviali, in radure e cespuglieti, al di sotto della fascia montana
inferiore. Il nome generico deriva dal greco e significa 'resta caduca'; il nome specifico significa 'simile al miglio'.
Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-settembre.
Piptatherum miliaceum (L.) Coss. subsp. thomasii (Duby) Freitag
- Il miglio multifloro è una specie a distribuzione
stenomediterraneo-turanica presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta,
Piemonte ed Emilia-Romagna; la subsp.
thomasii
ha una distribuzione più occidentale e manca anche nelle regioni del
Triveneto, nelle Marche, in Umbria, Molise e Basilicata. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie è comune
in tutto il territorio. Cresce su pendii umidi e ombrosi, in forre ombrose, lungo gli alvei fluviali, in radure e cespuglieti,
al di sotto della fascia montana inferiore. Il nome generico deriva dal greco e significa 'resta caduca'; il nome specifico
significa 'simile al miglio'; la sottospecie è dedicata al botanico svizzero Philippe Louis Thomas (1782-1831) che
raccolse la pianta in Corsica nel 1825. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-settembre.
Pistacia lentiscus L.
- Il lentisco è una pianta mediterranea diffusa allo stato spontaneo lungo tutti i litorali italiani
salvo quelli dell'Adriatico settentrionale. Nell'area metropolitana di Roma la specie, presente in alcune stazioni del
settore urbano, è frequente in tutta la zona litoranea. È una specie eliofila, termofila e xerofila, tipica della macchia
mediterranea sempreverde. Il lentisco è spesso impiegato nei giardini mediterranei e rocciosi poiché resiste bene alle
potature drastiche ed è adatto per la costituzione di siepi geometriche. Il legno è apprezzato per lavori di intarsio e per
piccoli lavori al tornio, grazie alla durezza e al bel colore rosso-venato. In passato veniva usato per produrre carbone
vegetale e ancor oggi si usa localmente per alimentare i forni a legna delle pizzerie. Le foglie, ricche di tannini,
venivano usate per la concia delle pelli. Effettuando incisioni sul tronco si ottiene una resina che si rapprende all'aria
(mastice); essa ha un odore caratteristico e viene chiamata 'mastice di Chio'; la parola 'mastice'deriva essa stessa dal
greco 'mastìche', che indicava la resina prodotta dal lentisco, utilizzata ad uso masticatorio per l'azione
antinfiammatoria e antisettica e per il sapore gradevole. Il nome del genere deriva dal greco 'pistákion', assonante con il
persiano 'pistáh' (ricco di farina), che si riferisce ai frutti del pistacchio vero (
P. vera
); il nome specifico è quello latino
della pianta. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus
- Il terebinto è un arbusto mediterraneo presente in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Valle d'Aosta, dal livello del mare a 900 m circa. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara nel
settore urbano e più frequente oltre il raccordo anulare. Cresce nella macchia mediterranea in siti caldi e aridi, su falesie
e rocce esposte a sud e in boschi termofili aperti; è uno dei principali componenti della macchia mediterranea. Dalla
corteccia si estrae una resina simile a quella del lentisco. Il legno è utilizzato in ebanisteria e lavori di intarsio. Il nome
generico, quello della pianta presso i Romani, deriva dal greco 'pistakê' che indicava i frutti di
P. vera
e che
probabilmente deriva da un termine persiano; il nome specifico è quello di una pianta citata da Teofrasto. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Pisum sativum L. subsp. biflorum (Raf.) Soldano
- Il pisello selvatico, probabilmente uno dei progenitori del pisello
coltivato, è una pianta annua a distribuzione stenomediterraneo-turanica presente allo stato spontaneo in tutte le regioni
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