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sino alla fascia montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non sempre comune e cresce in boschi mesofili
maturi e talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto profondi e abbastanza ricchi in composti azotati, al di sotto della
fascia montana. Nell'area metropolitana di Roma la specie è piuttosto rara, con pochissime stazioni urbane periferiche e
altre, più numerose del settore suburbano orientale. Si coltiva per il frutto fresco o da conservare in alcool, come pianta
ornamentale, per la ricca fioritura primaverile e per l'aspetto che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle foglie,
oppure per il legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità calde, bruno-rossicce, e si presta per la
costruzione di mobili di pregio e lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola. Il nome generico,
già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco 'prunon', che significa 'prugna'), quello
specifico in latino significa 'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Prunus cerasifera Ehrh.
- Il mirabolano è un arbusto-aberello deciduo originario dell'Asia occidentale, introdotto in
Italia già dai Romani che ne apprezzavano i frutti. Nell'Italia continentale si è ampiamente spontaneizzato, divenendo in
qualche caso un arbusto invadente, dal livello del mare a 800 m circa. Nell'area metropolitana di Roma la specie, aliena
casuale, è rara, ma più frequente nel settore suburbano orientale. Attualmente la coltivazione come albero da frutto ha
perso importanza, anche a causa della scarsa conservabilità dei frutti (che però in Iran vengono venduti ovunque per
essere consumati ancora acerbi o seccati assieme a piatti di carne); la specie viene invece ampiamente utilizzata come
portainnesto per altre specie di
Prunus
da frutto, ed è anche impiegata a scopo ornamentale lungo le strade o nei
giardini, soprattutto nelle varietà a foglie arrossate, per le precoci fioriture. Il nome generico, già in uso presso i
Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ' prunon', che significa 'prugna'); quello specifico allude
alla somiglianza dei frutti con quelli del ciliegio ('cerasus', nome dato dai Romani all'amarena e che deriva da
Cerasunte, località presso il Mar Nero). Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
Prunus cerasus L.
- L'amareno, detto anche visciolo o amarasco, è un albero-arbusto originario dell'Europa e dell'Asia
temperata, di cui si afferma spesso che stato portato per la prima volta a Roma nel 74 a.C. dal generale Lucio Licinio
Lucullo; in realtà i semi sono stati rinvenuti in diversi insediamenti protostorici dell'Europa Centrale, il che suggerisce
che la specie sia autoctona dell'Europa. In Italia è spesso coltivata e appare allo stato subspontaneo nei boschetti di
latifoglie decidue al di sotto della fascia montana. Nell'area metropolitana la specie, aliena casuale, è rara ovunque. I
frutti trovano largo uso in ambito culinario dove vengono usati per la produzione di sciroppi, marmellate, frutta candita
e liquori come il vino di visciole. Anche le foglie trovano uso nella produzione di un liquore. Particolare è l'uso dei
peduncoli dei frutti, che vengono raccolti a piena maturazione e lasciati essiccare al sole: hanno proprietà diuretiche e si
utilizzano come medicinale per cistite e per insufficienza renale. Il legno, pregiato come combustibile e per
falegnameria, ha durame giallastro e alburno rosato venato di rosso, molto simile a quello del ciliegio. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco 'prunon', che significa
'prugna'); quello specifico è il nome dato dai Romani all'amarena e deriva da Cerasunte, località presso il Mar Nero
dove si dice che Lucullo raccolse la pianta. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Prunus domestica L. subsp. domestica
- Il susino, proveniente dall'Asia Minore, è un albero deciduo probabilmente
derivato dall'ibridazione tra
Prunus spinosa
e una varietà di
P. cerasifera
, di antichissima domesticazione e oggi
coltivato in tutta Europa in diverse cultivar derivanti anche da incroci. Appare anche allo stato subspontaneo in tutte le
regioni d'Italia, soprattutto nelle siepi e su suoli abbastanza freschi e profondi, dal livello del mare a 1000 m circa.
Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie, aliena casuale, è molto rara e limitata all'area urbana. I frutti
possono essere consumati freschi o secchi e utilizzati per fare marmellate o distillati. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco 'prunon', che significa 'prugna'), quello specifico si
riferisce alla coltivazione presso le case. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa). Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
Prunus domestica L. subsp. insititia (L.) Bonnier & Layens
- Il susino selvatico, una varietà di susino a frutti
rondeggianti, era già noto agli antichi, tanto da venir chiamato ancor oggi 'prugna di Damasco', alludendo all'antica
coltivazione in Siria. Ancor oggi viene a volte coltivato ed appare allo stato subspontaneo come specie avventizia in
molte regioni dell'Italia continentale. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie, aliena casuale, è molto rara,
con pochissime stazioni urbane. I frutti si prestano per la preparazione di marmellate e distillati. Il nome generico, già
in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco 'prunon', che significa 'prugna'); quello
specifico allude alla coltivazione presso le case (la parola latina 'domus' significa appunto 'casa'); il nome della
sottospecie deriva dal latinio 'insitio' (innesto) e si riferisce al suo antico uso come portainnesto per altre specie o
varietà. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa). Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb
- Il mandorlo è una pianta originaria dell'Europa e dell'Asia occidentale, coltivata in
tutto il territorio italiano e talvolta presente allo stato subspontaneo, segnalata come specie avventizia in quasi tutta
Italia, dal livello del mare agli 800 m circa. Nell'area metropolitana di Roma la specie, aliena casuale, è molto rara e
limitata a poche stazioni urbane. Le mandorle sono da sempre usate a scopo alimentare e medicinale. Vengono
consumate fresche o usate per la preparazione di svariati dolci; le mandorle amare, ottenute da una varietà selezionata,
conferiscono ai prodotti di pasticceria un gusto particolare, ma vanno usate con moderazione per la loro ben nota
tossicità dovuta a elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica. L'olio di mandorle ottenuto dalla
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