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Caucaso, presente con 5 sottospecie lungo tutto l'arco alpino e gli
Appennini sino alla Basilicata; la subsp.
moschata
si ferma in Umbria con
stazioni disgiunte in Basilicata. Cresce su rupi, pietraie, ghiaie
consolidate, con optimum al di sopra del limite degli alberi, su substrati
calcarei. La spiegazione del nome generico, già in uso presso gli antichi,
viene data da Plinio: 'quia saxa frangit' (poiché rompe le pietre), a causa
dell'ecologia di molte specie che vivono sulle rocce; il nome specifico
deriva dal latino 'exarare' (arare profondamente), per le foglie solcate.
Rara nel Parco, presente soprattutto nell'area di M. Falterona-M. Falco.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-
agosto. Sinonimo:
Saxifraga moschata
Wulfen
554
Fusti fioriferi senza foglie (foglie tutte basali)
Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris
Specie submediterranea presente in tutta Italia dal livello del mare alla
fascia montana inferiore. Cresce in boschi maturi di querce e carpino
bianco, più raramente nelle faggete termofile, sia su calcari che su
arenarie, su suoli argillosi abbastanza profondi ed umiferi, da neutri a
subacidi. Il nome generico è il diminutivo del termine latino 'prímus'
(primo) per la precoce fioritura, quello specifico deriva dal latino 'vúlgus'
(volgo) e significa 'comune', 'diffusa', 'frequente'. La pianta, soprattutto
nelle radici, contiene saponine; le foglie ed i fiori sono commestibili.
Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma biologica: emicriptofita rosulata.
Periodo di fioritura: febbraio-marzo. Sinonimo:
Primula acaulis
(L.) Hill
554
Fusti fioriferi fogliosi
555
555
Frutto carnoso rosso, avvolto da un grande involucro arancione simile ad una lanterna
Physalis alkekengi L.
Specie eurasiatico-sudeuropea, da noi di probabile introduzione
precolombiana, presente in quasi tutta Italia (manca nelle estreme regioni
meridionali) al di sotto della fascia montana inferiore. Cresce in
vegetazioni disturbate negli orli di robinieti presso gli abitati, lungo strade
poderali, nelle discariche, su suoli limoso-argillosi freschi ed umiferi,
ricchi in basi e composti azotati. Il nome generico in greco significa
'pieno d'aria', 'gonfio', per l'involucro che avvolge il frutto; il nome
specifico è di derivazione araba. I frutti maturi sono commestibili e
diuretici, il rizoma contiene alcaloidi ed è tossico. Rarissima nel Parco,
presente solo in pochissime stazioni, segnalata nella zona di Pratovecchio,
della Lama ed a Sasso Fratino. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
555
Frutto secco
556
556
Corolla a forma di ditale o di campanella
557
556
Corolla di forma diversa
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557
Pianta completametnte glabra su foglie e fusti
Cerinthe minor L. subsp. minor
Specie dell'Europa sudorientale, da noi forse di antica introduzione,
presente con due sottospecie in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle
d'Aosta, Umbria e Puglia. Cresce in vegetazioni ruderali, lungo viottoli e
strade di campagna, ai margini dei campi, a volte negli orli di boschetti
disturbati, su suoli argillosi per lo più carbonatici, subaridi, ricchi in
composti azotati, dal livello del mare ai 900 m circa; la specie è in
regresso per l'uso intensivo di erbicidi. Il nome generico deriva dal greco
'keros' (cera) e 'anthos' (fiore) e significa quindi 'fiore di cera'; il nome
specifico allude alle minori dimensioni rispetto ad altre specie congeneri.
Forma biologica: (terofita scaposa) emicriptofita bienne. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
557
Piante pelose su foglie e fusti
558
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Fiori non penduli, a forma di ditale. Frutto a capsula
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558
Fiori penduli, a forma di campana allungata. Frutto a
tetrachenio (4 nucule disposte a croce - lente!)
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